Carichi bloccati alle frontiere e messi in quarantena. “Sta andando in fumo il fatturato dell’anno. Ma il virus non si trasmette con le piante”.
Massimo dieci giorni e fiori e piante fiorite in vaso andranno irrimediabilmente buttati. La causa, il blocco totale del mercato interno ed estero per l’emergenza Coronavirus.
In Toscana è partito il conto alla rovescia di quella che rischia di trasformarsi nella Caporetto del florovivaismo.
E’ quanto denuncia Coldiretti Toscana che chiede alla Regione di intervenire tempestivamente, in attesa del decreto che stanzierà risorse economiche per sospendere le scadenze imminenti e dare sostegno ai lavoratori.
“I nostri imprenditori floricoli stanno vedendo letteralmente andare in fumo il fatturato dell’anno, considerato che il 75% di produzioni e vendite si realizzano nei mesi primaverili”, spiega il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi. “Serve un intervento diretto della Regione per far fronte all’emergenza che dovrà essere accompagnato da una seria attività promozionale per rilanciare il settore in prospettiva”.
Con la scusa del Coronavirus – aggiunge Coldiretti – le esportazioni di fiori toscani vengono ingiustamente bloccate alle frontiere mentre si moltiplicano i casi di carichi di prodotti florovivaistici fermati alle dogane dei Paesi vicini, Francia in primis, e messi in quarantena senza alcuna motivazione plausibile. Il coronavirus – ricorda Coldiretti – non si trasmette con le piante e non c’è dunque alcun rischio nella loro immissione sul mercato.
La preoccupazione dei trasportatori di transitare nelle regioni della zona rossa, il comprensibile panico dei consumatori e l’atteggiamento di chiusura dei Paesi europei, come Russia, Francia, Inghilterra, Georgia che hanno praticamente congelato gli ordini, stanno mettendo in ginocchio l’intero indotto toscano. “I fiori in particolare sono prodotti deperibili che se restano ancora invenduti finiranno al macero” aggiunge il direttore di Coldiretti Toscana Angelo Corsetti.
Trattandosi di merce molto deperibile, bastano pochi giorni di stop perché l’intero carico finisca per dover essere gettato. Altrettanto ingiustificate sono le disdette – continua Coldiretti – giunte in queste settimane da diversi importatori esteri, anch’esse con la scusa del Coronavirus.
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