Su Nature Communications ricerca internazionale realizzata con il contributo del gruppo di ricerca di Agrometeorologia e Modellistica dell’Università di Firenze.
FIRENZE – Nel 2050 diminuirà la produzione europea di mais, mentre aumenterà quella di frumento a causa dei cambiamenti del clima. Sono le previsioni formulate da un team internazionale di ricercatori, tra i quali alcuni studiosi del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente dell’Università di Firenze.
I risultati della ricerca, che ha visto l’uso di nuovi modelli di simulazione delle colture applicati su larga scala che tengono conto dei cambiamenti climatici previsti, sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Communications.
Il team di ricercatori ha messo a punto dieci modelli colturali rilevando come siano determinanti l’influenza dello stress termico e della siccità sulla riduzione di resa delle colture.
“L’adattamento ai cambiamenti climatici – spiega Marco Bindi – nel miglioramento genetico, nella gestione dell’irrigazione, nell’uso di nuove colture o nell’adozione di pratiche assicurative contro il rischio di perdite di resa è cruciale. Comprendere che la siccità rappresenta il maggior rischio per le colture erbacee di pieno campo potrà aiutare agricoltori e decisori politici a individuare l’opzione adattativa più adeguata. E in questo, lo studio fornisce un contributo sostanziale”.
“Ipotizzando che le varietà e le date di semina rimangano invariate – prosegue Bindi – le rese di mais subiranno una consistente riduzione, mentre quelle del frumento potranno aumentare, seppur di poco. Il frumento potrà beneficiare, più del mais, del previsto incremento di concentrazione della CO2 atmosferica che permetterà alle colture di sopportare meglio le condizioni di siccità. Tuttavia negli anni particolarmente secchi, lo studio indica che l’aumento di CO2 non sarà di alcun beneficio nel contrastare gli effetti deleteri di eventi siccitosi”.
Fonte: Università di Firenze
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