Anche 21 farmaci veterinari nei 29 fiumi analizzati in dieci Paesi europei. Il più inquinato un canale belga con 70 pesticidi. Miscele complesse dall’impatto ancora sconosciuto.
Pesticidi e antibiotici inquinano tutta Europa. Più di 100 pesticidi e 21 farmaci veterinari sono stati rilevati nei 29 fiumi analizzati in dieci Paesi europei. E’ quanto si apprende da Cambia la Terra, il progetto promosso in Italia dal mondo del biologico contro l’agricoltura chimica.
Dei 100 pesticidi trovati, ben 70 sono stati individuati in un canale belga che è risultato quello più inquinato. Un quarto delle sostanze identificate è vietato, mentre nella metà dei flussi di acqua analizzati sono stati superati i limiti imposti dall’Unione europea.
La contaminazione da pesticidi è riconosciuta come uno dei fattori chiave per il crollo delle popolazioni di insetti e per la conseguente moria degli uccelli che se ne nutrono e può aumentare lo sviluppo di microbi resistenti ai farmaci. Lo rileva una ricerca pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment. Secondo i ricercatori che hanno condotto lo studio, l’elevato numero di pesticidi e di farmaci individuati significa che nell’acqua sono presenti miscele complesse, il cui impatto è sconosciuto.
“L’importanza del nostro nuovo lavoro sta dimostrando la prevalenza di sostanze chimiche biologicamente attive nei corsi d’acqua in tutta Europa”, ha affermato Paul Johnston, dei laboratori di ricerca di Greenpeace all’Università di Exeter. La ricerca ha trovato diserbanti, fungicidi e insetticidi, oltre a farmaci antimicrobici usati per il bestiame. Il rischio per le persone di resistenza ai farmaci antimicrobici è ben noto, ma Johnston ha evidenziato anche la resistenza ai fungicidi: “Ci sono alcune infezioni fungine piuttosto preoccupanti che gli ospedali stanno iniziando a diagnosticare”.
Le tecniche di test utilizzate nella ricerca hanno permesso di rilevare solo un sottoinsieme di pesticidi. Due pesticidi molto comuni – l’erbicida glifosate e il fungicida chlorothalonil – non sono stati inclusi nello studio. Il che significa che i risultati rappresentano un livello di contaminazione incompleto rispetto alla realtà.
La presenza nelle acque di molti pesticidi vietati non è dovuta necessariamente all’uso illegale di prodotti messi al bando, hanno detto i ricercatori, ma potrebbe essere il risultato della lisciviazione di sostanze chimiche persistenti nei terreni. Tra questi prodotti c’è il carbendazim, un fungicida vietato da non molto che è stato trovato nel 93% dei campioni analizzati. Lo studio è stato condotto prima che gli insetticidi più utilizzati fossero banditi dall’Ue per tutti gli usi all’aperto.
“Il nostro lavoro è stato importante per dimostrare la prevalenza di agenti chimici biologicamente attivi nei corsi d’acqua di tutta Europa – ha spiegato Paul Johnston – e c’è la possibilità di conseguenze permanenti per l’ecosistema”.
Fonte: www.cambialaterra.it
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