Lo hanno fatto davanti a cittadini e turisti i volontari in maglietta gialla di Vele Spiegate. Occasione per presentare anche il progetto internazionale Pelagos Plastic Free.
PORTOFERRAIO (Li) – Uno spettacolo insolito quello che si è presentato ieri a cittadini e turisti al molo Elba di Portoferraio: i volontari in maglietta gialla di Vele Spiegate – il progetto di raccolta e censimento dei rifiuti nell’Arcipelago Toscano di Legambiente e Diversamente Marinai – hanno scaricato su un telo i rifiuti raccolti alla spiaggia delle Secche, nel Comune di Rio Marina e davanti alla gente incuriosita ne hanno fatto il censimento per tipologia, in base alle schede europee fornite da Legambiente, Enea e Università di Siena.
Il contesto è quello delle prime due giornate di “IoSonoAmbiente“, iniziativa del Ministero dell’Ambiente in collaborazione con i Carabinieri Forestali e la Capitaneria di Porto di Portoferraio – Guardia Costiera. Un’occasione utile per presentare anche Pelagos Plastic Free, l’altro progetto di Legambiente sui rifiuti marini in partnership con l’associazione francese Expédition MED, che si pone l’obiettivo di prevenire e ridurre i rifiuti di plastica nel Santuario Pelagos tra Liguria, Toscana e Francia.
Pelagos Plastic Free agisce su tre fronti: governance, monitoraggio scientifico e sensibilizzazione. «Azioni che è necessario intraprendere con urgenza – spiega Tosca Ballerini, coordinatrice del programma scientifico 2018 di Expédition MED – soprattutto per evitare l’aumento dell’inquinamento da plastica negli ecosistemi marini. La frammentazione dei rifiuti plastici è la prima fonte di produzione di microplastiche, frammenti con dimensione minore di 5 mm, una forma di inquinamento impossibile da quantificare e difficile da rimuovere che troviamo ormai dappertutto, nello stomaco di pesci, tartarughe e mammiferi marini e in organismi filtratori come le cozze».
I rifiuti plastici offrono un substrato per organismi o uova, che possono essere trasportati in nuovi ambienti al di fuori dei loro confini naturali, favorendo così la diffusione di specie aliene, un fenomeno che rappresenta la seconda minaccia per la biodiversità e l’integrità degli ecosistemi.
Recenti studi, condotti proprio nel Santuario Pelagos, hanno dimostrato che le aree di accumulo delle microplastiche coincidono con quelle in cui si concentra il plancton di cui si nutrono le balenottere comuni. È così che le microplastiche possono entrare nella catena alimentare di questi grandi filtratori ed esporli ai microorganismi che colonizzano i rifiuti plastici in mare, la cosiddetta “Plastisfera”, un nuovo ecosistema marino composto da specie potenzialmente patogene che mettono a rischio la salute di delfini, balene e altri cetacei nelle acque del Santuario e la biodiversità del Pianeta.
Fonte: Legambiente Arcipelago Toscano
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