Due serre di piante grasse rare ed esotiche, percorsi sensoriali, ortoterapia, laboratori di educazione ambientale. Ma anche zero barriere e un ambizioso progetto di reinserimento sociale.
di Gabriella Congedo
BARBERINO VAL D’ELSA (FI) – Non è solo un orto botanico ma molto di più. Il “Giardino SottoVico” a Vico d’Elsa è un luogo di aggregazione sociale e giardino terapeutico, pensato anche per offrire opportunità di lavoro e di svago alle persone svantaggiate. Un sogno che si è potuto realizzare grazie all’abnegazione di un gruppo di volontari – l’associazione culturale “Il Giardino SottoVico” – affiancati dal Comune di Barberino Val d’Elsa. Così è potuto accadere che una discarica abusiva di 6000 mq, ma con una vista panoramica mozzafiato, si sia trasformata in uno splendido giardino. Un luogo importante per la comunità, dove si sta realizzando un complesso e ambizioso progetto sociale.
Nella “serra grande”, una struttura in vetro temperato di 200 mq che è la prima del genere in Toscana, sono esposte piante grasse esotiche e rare provenienti da ogni parte del mondo. Un’altra serra più piccola, chiamata “serra di Andrea”, contiene una preziosa raccolta di circa 3000 piante. È l’ultimo dono che Andrea Rosselli, uno dei fondatori del Giardino SottoVico, ha lasciato agli amici e alla comunità.
Dopo aver visitato le serre si consiglia di sperimentare il “Percorso dei sensi”, che si sviluppa lungo un camminamento dall’andamento morbido e sinuoso. L’intento, come dice il nome, è quello di risvegliare i sensi di chi lo visita. I profumi delle piante aromatiche e officinali si fondono con quelli dei fiori. Lungo i sentieri, fiancheggiati da siepi miste, si trovano alberi da frutto fra i quali rievocare i sapori semplici di una natura incontaminata, mentre lo stagno riprende i temi tipici della vegetazione locale.
Nell’orto botanico di Vico d’Elsa ci si può anche curare con le piante. Anziani, malati e disabili, ma non solo loro, possono giovarsi dei benefici dell’ortoterapia (horticultural therapy), cioè la “terapia assistita dalle piante”. L’interazione con la natura fa diminuire lo stress e migliora l’umore. Questa forma di cura è molto diffusa nei paesi anglosassoni ma ha radici antiche. Gli Egizi progettavano giardini per pazienti afflitti da malattie mentali e nell’Europa medievale i giardini dei monasteri e delle abbazie svolgevano anche una funzione rigeneratrice. Nel giardino di Vico d’Elsa, dove ogni tipo di barriera architettonica è stato rimosso, gli anziani con problemi d’autonomia sono stimolati a coltivare piante e fiori, ai disabili vengono proposte attività gratificanti, che li aiutano a uscire dalla solitudine e dall’isolamento. Un autentico “grembo sociale” che accoglie e aiuta le persone svantaggiate a interagire con l’ambiente.
I promotori puntano molto anche sulla didattica: visite guidate e laboratori di educazione ambientale, dove si insegna ai ragazzi a utilizzare correttamente le risorse naturali e ad evitare sprechi e inquinamento; laboratori pedagogico-terapeutici, basati sulla disciplina della “globalità dei linguaggi” che riunisce animazione, educazione e terapia.
Un luogo ricco di fascino, questo giardino, abitato dalle piante e vissuto dalle persone. E, soprattutto, un’iniziativa sociale di grande spessore, dove il mondo del volontariato ha saputo dare il meglio di sé.
Per informazioni: www.giardinosottovico.org
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