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Cartucce al piombo, confermato il divieto in tutte le zone umide. Nulla la circolare ministeriale

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Foto WWF Italia

Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso di Lav, Lac, Lipu e Wwf contro la circolare che rendeva di fatto inefficace il nuovo Regolamento europeo.

 

di Gabriella Congedo
26 settembre 2023

È stato confermato il divieto all’utilizzo di cartucce al piombo in tutte le zone umide. Lo ha deciso il TAR del Lazio accogliendo il ricorso di LAC, LAV, Lipu e WWF contro la Circolare dei ministeri Ambiente e Agricoltura che rendeva di fatto inefficace il nuovo Regolamento europeo 2021/57, vincolante per tutti gli Stati membri. Dopo questa sentenza dunque la circolare ministeriale non ha più alcun valore e l’Italia rischia anche una procedura d’infrazione.

L’antefatto. Il 16 febbraio di quest’anno è entrato in vigore il divieto di utilizzo di munizioni al piombo all’interno delle zone umide disposto dal Regolamento Europeo 2021_57. Come si sa ormai da tempo ogni anno l’avvelenamento da piombo uccide milioni di uccelli acquatici: bastano 2-3 pallini per un uccello di taglia media.

Il regolamento, che non vieta affatto la caccia nelle zone umide ma impone solamente di sostituire le munizioni al piombo con munizioni di altro materiale, nel nostro Paese è stato da subito osteggiato dal mondo venatorio – ancora potentissimo nonostante il drastico calo dei cacciatori – e dall’industria delle munizioni.
Ecco allora arrivare in soccorso il Governo italiano che il giorno dopo ha diffuso una circolare interministeriale (Agricoltura e Ambiente) che dà della norma europea un’interpretazione talmente restrittiva da annullarne la portata. Per esempio vengono ridotte al massimo le ipotesi in cui un’area viene classificata come zona umida. La circolare inoltre consente ai cacciatori trovati nei pressi di zone umide con munizioni di piombo di evitare di essere sanzionati: basta dichiarare di trovarsi lì di passaggio.

Adesso tutto questo è diventato carta straccia. Nell’ordinanza del TAR del Lazio si legge che “l’’atto gravato è notoriamente inidoneo – per natura, forma e procedimento – ad incidere sulle puntuali previsioni del Regolamento sovranazionale, che sono quindi all’attualità pienamente cogenti e direttamente applicabili dai competenti Organi accertatori e giudicanti”.
In altre parole la circolare predisposta dai ministeri italiani su pressione del mondo venatorio non può in alcuna maniera modificare i contenuti del Regolamento europeo, che quindi rimangono tali e direttamente applicati anche nel nostro Paese.

Peraltro, fanno sapere LAC, LAV, Lipu e WWF, già a fine luglio la Commissione europea ha aperto una procedura Pilot (meccanismo che permette di risolvere eventuali violazioni senza arrivare a una procedura d’infrazione, ndr) nei confronti dell’Italia sul mancato rispetto della direttiva Uccelli (2009/147 CEE) e del Regolamento europeo 2021/57 sul divieto del piombo nelle zone umide.

In particolare la Commissione ha duramente criticato in più punti la Circolare interministeriale che, con un’interpretazione restrittiva del nuovo Regolamento europeo, esclude dal campo di applicazione moltissime aree umide limitandone l’applicazione alle zone in cui il divieto è già vigente. Un raggiro delle regole che, vista la pericolosità nel piombo disperso nell’acqua, comporterebbe non pochi danni agli uccelli e all’ambiente.

Dopo le contestazioni della Commissione adesso arriva anche la bocciatura del TAR che cancella la validità della Circolare e rende immediatamente applicato il Regolamento.
Invitiamo tutti gli organi di controllo e le forze di Polizia – si appellano le associazioni – a far rispettare pienamente il Regolamento europeo, e dunque il divieto di utilizzo e possesso di munizioni al piombo nelle zone umide e nel raggio di cento metri da esse, fatte salve restrizioni più estese previste dalle singole Regioni. Chiediamo inoltre al Governo di fornire con urgenza agli operatori di polizia gli strumenti idonei a verificare il materiale contenuto nelle munizioni per non rischiare di continuare a mettere a rischio la salute pubblica e subire una pesante procedura d’infrazione”.







2 Commenti

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  • Allora tabellare le zone umide, non tenendo conto di quanti animali sparati con acciaio andranno a morire feriti ,forse più di quelli che beccano 2 pallini in piombo ,ma se il volere è questo mi adeguo

  • Ancora una volta , un procedimento contro la caccia e contro ogni buonsenso, pseudo ambientalisti ignoranti che odiano a prescindere la caccia, usare l’acciaio non diminuirà l’inquinamento e metterà a rischio , oltre che gli animali, anche i cacciatori stessi, usare l’acciaio aumenta moltissimo il rischio di incidenti