A Marina di Massa la sorveglianza continua ha permesso di notare delle tartarughine che spuntavano dalla sabbia e salvare le altre bloccate nel nido.
di Gabriella Congedo
29 ottobre 2024
MARINA DI MASSA (Ms) – Forse non ci speravano più nemmeno loro. Giornate sempre più corte, piogge, freddo notturno: le probabilità che nel nido del bagno La Romanina a Marina di Massa, il quinto e ultimo della costa apuo-versiliese, ci fosse ancora vita erano davvero poche. Ma i volontari del Centro didattico WWF dei Ronchi hanno continuato imperterriti a presidiarlo e la loro pazienza è stata premiata: una settimana fa all’alba sono spuntate dalla sabbia le prime sei tartarughine e, complice la bella giornata di sole, in tarda mattinata se ne sono affacciate altre sette.
Non tutte erano in grado di raggiungere il mare: per quelle più in difficoltà, controllate sul posto dal personale Arpat, è stato disposto il trasferimento al Centro di Recupero dell’Acquario di Livorno.
La straordinarietà dell’evento sta nel fatto che i nidi tardivi come questo, andando a schiudere in periodo autunnale, incontrano molte difficoltà e raramente vanno a buon fine. Nel caso del bagno La Romanina è stato necessario dare una mano alla natura. Avuta la certezza che nessun’altra tartarughina sarebbe più uscita spontaneamente il giorno dopo si è deciso di procedere all’apertura del nido: un’operazione da esperti condotta da Marco Zuffi del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa e dal personale Arpat. Ne è valsa la pena: all’interno del nido c’erano 36 tartarughine già nate e 18 in procinto di nascere.
I biologi le hanno tenute sotto osservazione per alcune ore, poi le più attive hanno preso la via del mare; il tutto sotto gli occhi di una piccola folla di ragazzini entusiasti, gli alunni di una scuola media di Marina di Massa.
Le tartarughine in difficoltà sono invece state trasferite all’Acquario di Livorno dove saranno accudite per alcuni giorni prima di tornare in mare (meteo permettendo).
Durante la giornata sono stati poi aperti il nido di Forte dei Marmi (all’interno solo uova non vitali) e quello del Bagno Marisella a Marina di Massa, dove invece c’erano uova vitali che, viste le temperature, sono state trasferite in incubatrice presso il Centro di Recupero dell’Acquario di Livorno.
Si è conclusa così l’avventura dei cinque nidi apuo-versiliesi in un tratto di costa molto a nord dove ancora fino a pochi anni fa nessuna tartaruga marina aveva mai nidificato. Un tesoro prezioso monitorato e sorvegliato per lunghi mesi dagli instancabili volontari del Wwf. Se la stagione dei nidi si è conclusa con un successo lo si deve anche alla loro perseveranza e alla tenace volontà di sopravvivenza delle tartarughine, queste misteriose creature marine che non smetteranno mai di sorprenderci.
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