Presentato a settembre da Lipu, Wwf, Enpa, Lav e Lac, era rivolto in particolare contro la preapertura della caccia all’1 e 2 settembre.
Non c’è stato niente da fare. Il TAR della Toscana ha respinto ieri il ricorso presentato a settembre da Lipu, Wwf, Enpa, Lav e Lac contro il calendario venatorio 2018 -2019 stabilito dalla Regione, in particolare per la parte che prevede l’apertura anticipata della caccia all’1 e 2 settembre.
Il Tribunale ha motivato la sua decisione “dopo aver ritenuto – si legge nella sentenza – che la Regione, nell’esercizio dell’attività tecnico-discrezionale sottesa all’adozione del provvedimento impugnato, abbia attentamente esaminato le osservazioni dell’ISPRA richiamando, in relazione alle osservazioni non condivise, fonti scientifiche attuali riferite alle singole specie faunistiche, con la conseguenza che la valutazione tecnica compiuta dalla Regione non appare nel complesso inattendibile“.
Soddisfatto l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi: “Ancora una volta – ha commentato – la Regione dimostra di aver costruito una documentazione fondata con attenzione e riferimenti pertinenti a tutti gli atti più recenti, con indicazioni scientifiche che avvalorano il rispetto delle Direttive, materiale che ha supportato la scelta riconosciuta oggi pienamente legittima, contro le ragioni di chi strumentalmente vorrebbe impedire l’attività venatoria”.
Gli fa eco Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana: “Come agricoltori siamo soddisfatti che i giudici amministrativi abbiano riconosciuto la correttezza degli atti regionali con cui è stata anticipata la stagione venatoria. Ma ora per tutelare le nostre produzioni servono misure strutturali e definitive. Bisogna ristabilire l’equilibrio di tutte quelle specie che a causa della loro crescita abnorme e incontrollata oramai rappresentano un danno sistematico a cui tutti gli agricoltori ogni anno devono far fronte”.
Secondo gli animalisti, invece, la preapertura della stagione venatoria si tradurrebbe di fatto in un regalo ai cacciatori, dando la possibilità di sparare due settimane prima del tempo a uccelli migratori con popolazioni in diminuzione come la tortora selvatica, l’alzavola e la marzaiola. Sotto accusa anche la modalità scelta dalla Regione per adottare la relativa delibera: “il 27 agosto, a pochi giorni dalla data della preapertura, in modo da evitare ricorsi amministrativi per la ristrettezza dei tempi”.
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