I listini disponibili in rete, farfalle rare molto richieste dai collezionisti. Legambiente: specie protetta, i ladri violano normative nazionali ed europee.
ISOLA D’ELBA (Li) – Una brutta notizia viene dall’Isola d’Elba, dove pochi giorni fa è stata inaugurata la nuova area del Santuario delle Farfalle. La comunica in una nota Legambiente Arcipelago Toscano. Riguarda proprio le farfalle dell’Elba e in particolare la Zerynthya cassandra linnea alla quale il santuario è dedicato.
Risultano sparite diverse piante nutrici (Aristolochia rotunda) di questa rara sottospecie endemica tra quelle censite dai biologi dell’università di Firenze, e in particolare quelle con molte uova. Non si tratta delle poche aristolochie mangiate dalla capre, che capiscono subito che si tratta di piante velenose e rinunciano dopo i primi assaggi, ma di qualcosa di molto più pericoloso e che ha a che vedere con l’avidità e la stupidità umana. Infatti, su internet girano prezzari con la Zerynthya cassandra dell’Elba che viene venduta a 30 – 50 euro la coppia, con un netto calo rispetto a poco tempo fa, quando gli esemplari di questi rari insetti venivano venduti a cifre molto superiori. Questo potrebbe voler dire che ormai sul mercato sono disponibili molte più farfalle di questa rara sottospecie.
La Zerynthya cassandra, farfalla endemica del nostro Paese, gode di una discreta salute in quasi tutta la Penisola ed è protetta da leggi italiane ed europee. Di modo che, altrove, la raccolta di esemplari non rappresenta una seria minaccia alla sua sopravvivenza. Il discorso cambia per la farfalla dell’Elba, la Zerynthya cassandra linnea, una sottospecie endemica dell’isola a serio rischio di estinzione. Data la ristrettissima area di distribuzione (circa 5 chilometri quadrati) la Cassandra elbana è molto richiesta dai collezionisti, e se il prezzo per la “sorella” continentale si aggira intorno ai 5 euro, secondo i vari listini che circolano liberamente, la Zerynthya cassandra linnea potrebbe avere un valore medio di mercato di circa 45 euro a coppia.
Il problema è che queste rare farfalle endemiche, protette dalla Direttiva Habitat dell’Unione europea, vengono catturate (e le loro piante nutrici, uova e bruchi prelevate) non solo dentro una Zona speciale di conservazione ma all’interno di una Zona B del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano dove sono vietate la cattura, il prelievo e il disturbo di specie animali e vegetali. Quindi si tratta di vero e proprio bracconaggio e i ladri di farfalle violano normative europee e nazionali. Per questo Legambiente Arcipelago Toscano ha segnalato tutto al Parco Nazionale e ai Carabinieri Forestali.
Ma dai listini è evidente che l’Elba non è l’unico punto di interesse dei bracconieri di farfalle e che la Toscana è uno degli epicentri di questo traffico che probabilmente colpisce anche altre aree protette. L’Italia è un importante hotspot per la biodiversità di farfalle e ospita il maggior numero di specie tra tutti gli stati Europei. Ma alcune di esse sono minacciate di estinzione. Tra le cause principali gli esperti indicano l’abbandono delle aree rurali e il riscaldamento globale, che modifica il clima e la composizione della vegetazione.
Di fronte a questi rischi il prelievo di farfalle a scopo di collezione o vendita potrebbe sembrare poca cosa ma il bracconaggio nelle aree protette per rimpinguare il mercato di insetti rari rappresenta un serio rischio. Si tratta di un commercio che avviene soprattutto attraverso i moderni strumenti del web, tramite passaparola, e soprattutto durante le fiere di entomologia. Tutte le specie hanno mercato, ma se il prezzo per quelle più comuni è di pochi euro, le quotazioni salgono drasticamente per le specie più rare come la Zerynthya cassandra dell’Elba.
“In un mondo in cui gli insetti stanno sparendo non possiamo permetterci di mettere a rischio intere popolazioni di farfalle rare per il tornaconto o l’hobby di qualcuno – è l’appello di Legambiente Arcipelago Toscano – per questo è fondamentale applicare le normative europee e nazionali – e creare una comunità di conservazione che coinvolga enti locali, cittadini, ricercatori e forze dell’ordine”. La collaborazione tra ricercatori, cittadini e istituzioni può rappresentare una efficace forma di protezione diretta perché “la presenza stessa dei ricercatori e la consapevolezza dei cittadini sono spesso sufficienti a intimidire i venditori di farfalle”.
Fonte: Legambiente Arcipelago Toscano
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