Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Borghi ed edifici rurali abbandonati, un patrimonio del quale non sappiamo cosa fare

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Mancano una strategia e strumenti efficaci. In Toscana si stima un 15-20% di patrimonio immobiliare abbandonato, soprattutto nelle aree interne.

 

di Sandro Angiolini

La notizia che scelgo di commentare oggi dopo la settimana di pausa pasquale può sembrare poco rilevante, e ha comunque caratteristiche particolari. Ma è associata a un personaggio di sicura attualità e mi permette di toccare un tema a me molto caro, che finora non avevo trattato in questo blog.
Nel suo ultimo discorso pubblico tenutosi in Occitania prima delle elezioni odierne il presidente francese Macron ha dichiarato che il suo nuovo mandato avrebbe avuto “un’agenda ambiziosa per tutti i territori, e in particolare quelli rurali”, confermando il suo impegno per “solidarietà nazionale, ruralità e rivitalizzazione economica dei territori”. Roba seria.

Sì, perché la questione ancora irrisolta di cosa fare di borghi e case abbandonate nelle zone di montagna e di alta collina (assieme ovviamente ai terreni e all’ambiente attorno) non è un problema marginale, o in via di sia pur lenta risoluzione. Neanche in Toscana dove, secondo una mia personalissima e discutibile stima, c’è ancora un 15-20% di patrimonio immobiliare abbandonato, soprattutto nelle zone rurali interne.
Dopo la corsa al podere partita alla fine degli anni ’80, il Terzo millennio ha visto un forte rallentamento dell’insediamento di nuovi residenti e/o imprenditori, complici le varie crisi che si sono susseguite. Il Covid ha invece, paradossalmente, segnato un’inversione di tendenza: il diffondersi del lavoro a distanza ha reso di nuovo attraenti località distanti dalle città più grandi.

Ma c’è una strategia, un disegno, e soprattutto una forte volontà e strumenti efficaci per supportare questa possibilità di rinascita per territori del genere? Secondo me ancora no, né in Italia né in Europa. Non ricordo un solo politico di alto livello che nel nostro Paese abbia di recente reso dichiarazioni simili a quelle citate di Macron.
Un decennio fa il ministro per la Coesione Fabrizio Barca aveva messo a punto la “strategia per le aree interne”. Ottimo lavoro, ma probabilmente troppo basato sul far collaborare enti pubblici poveri di personale e di idee con norme e leggi troppo farraginose: dopo alcuni positivi risultati è ferma in qualche cassetto del Ministero.

Certo, ci sono alcuni amministratori locali che si danno tanto da fare, diversi finanziamenti pubblici (grazie Europa) e anche molti piccoli gruppi di imprenditori e cittadini impegnati su queste linee. Ma da qui a vedere un progetto comune ben avviato, e quanto necessario per avere impatti su larga scala, ce ne corre. Nonostante, appunto, la domanda e le potenzialità ci siano. Anche per realizzare strutture di residenza e assistenza per una popolazione sempre più anziana. O per riutilizzare e valorizzare ampi spazi restaurati da poco con precedenti finanziamenti pubblici.
Recuperare tutto quanto è in abbandono non è purtroppo possibile, ma dotarsi di una serie di priorità e facilitare l’uso di un’ampia serie di strumenti economici e sociali già disponibili aiuterebbe molto. Anche l’Ambiente.

P.S. Complimenti a sir David Attenborough che due giorni fa, a 96 anni, ha ricevuto il premio di “Campione della Terra” (nel senso di tutore della stessa) per i suoi bellissimi documentari sulla natura: di gente così ce ne sarà sempre bisogno.

Sandro Angiolini_piccola

OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.

Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.