Rifiuti e riciclo

Biodigestori, i dubbi dei Medici per l’Ambiente e le domande ai candidati europei

Il professor Gianni Tamino e uno scorcio del biodigestore di Montespertoli.
Il professor Gianni Tamino e uno scorcio del biodigestore di Montespertoli.

Il professor Gianni Tamino con ISDE mantiene posizioni critiche e 40 tra comitati e associazioni inviano un questionario ai candidati europei.

 

Redazione
3 giugno 2024

E’ stato il professor Gianni Tamino di Medici per l’Ambiente (ISDE) ad aver espresso più volte le proprie riserve sui cosiddetti impianti di biodigestione che, tramite un processo di decomposizione della sostanza organica per via anaerobica (senza ossigeno), convertono i rifiuti organici domestici e gli scarti agricoli in energia termica, elettrica e in altri output di processo.

Secondo Tamino “la digestione anaerobica deve essere alimentata a ciclo continuo da molte migliaia di tonnellate di rifiuti organici per ottenere una significativa produzione di biogas o biometano che sia tale da garantire adeguati profitti, che comunque si ottengono solo grazie a rilevanti incentivi pubblici. Ma in tal modo non si realizzeranno le forme più valide di compostaggio aerobico, soprattutto di dimensioni non industriali, come quella domestica e di comprensorio, che ISDE indica come forma migliore nella sua position paper” .

Il problema del digestato da FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani), ovvero della materia che resta dopo il processo anaerobico, sarebbe che gran parte di esso può diventare un rifiuto con una potenziale carica microbica che può costituire un pericolo per l’agricoltura e per la salute. Per i sostenitori di questo tipo di impianti, spiega il professore, l’obiettivo sembra essere quello di produrre metano da bruciare più che materia utile come il compost. Un’idea che avrebbe senso in ottica di profittabilità per i gestori degli impianti più che per i benefici che ricadono sui cittadini.

“La produzione di biometano, nel suo complesso, contrariamente a quanto si tenta di inculcare nell’opinione pubblica, non è economica – aggiunge Tamino – e sarebbe fallimentare senza gli incentivi statali, ha un basso rendimento energetico e non è pulita, dato che produce rilevanti odori molesti e molti inquinanti atmosferici (come polveri sottili, ossidi d’azoto e molti altri tipici delle combustioni”. 

Sull’onda dei dubbi sollevati da Tamino una rete di oltre 40 tra comitati e associazioni che da tempo opera su queste tematiche, approfittando delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, ha inviato ai candidati capilista di tutte e cinque le circoscrizioni un questionario con 5 domande a risposta chiusa, con la raccomandazione ai candidati di diffondere il documento anche agli altri membri delle varie liste. La rete condivide la position paper dei Medici per l’Ambiente (ISDE) che sostengono che il processo con digestione anaerobica (in assenza di ossigeno) non è sostenibile. Il questionario nella versione integrale

Gianni Tamino è stato professore di Biologia e di fondamenti di Diritto ambientale all’Università di Padova e membro del Comitato tecnico scientifico dell’associazione internazionale Medici per l’Ambiente (ISDE).

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