Sabato 11 luglio a Stagno nove associazioni protestano contro il progetto Eni di un impianto per il trattamento dei rifiuti plastici non riciclabili e indifferenziati.
Redazione
COLLESALVETTI (Li) – Sabato 11 luglio alle ore 17 nove associazioni ambientaliste (Zero Waste Italy, Centro Rifiuti Zero Capannori, La Piana contro le nocività, Mamme No Inceneritore, Collesalviamo l’ambiente, Rifiuti Zero Livorno, Rifiuti Zero Cecina, Legambiente Livorno e Fridays For Future Pisa) daranno vita al presidio “Basta velENI” davanti alla raffineria Eni di Stagno, e poi alle 19 in Terrazza Mascagni a Livorno, per protestare contro il progetto di Eni che prevede di ampliare il suo insediamento tra la zona industriale di Livorno e la frazione di Stagno con una “bioraffineria” per il trattamento di almeno 200.000 tonnellate l’anno di due principali tipologie di rifiuti, il plasmix e il Css (rifiuti plastici non riciclabili e rifiuti indifferenziati), con l’obiettivo di produrre carburante a base di metanolo. Nient’altro che un inceneritore camuffato, a giudizio di molti.
“Ogni giorno circa 300 autobotti distribuiscono in tutta Italia i prodotti di lavorazione dello stabilimento attuale, un impianto a rischio di incidente rilevante di categoria superiore secondo la normativa Seveso – dichiarano gli organizzatori -. Si parla di una produzione annua di 5,2 mega-tonnellate di idrocarburi, di 283 mila tonnellate di prodotti cancerogeni stoccati nello stabilimento, di emissioni maleodoranti, cancerogene e climalteranti. Tutto questo fa di Stagno un Sito di Interesse Nazionale, come Taranto con l’Ilva, da sottoporre a bonifica ambientale”.
“L’ultimo rapporto SENTIERI, studio epidemiologico promosso dal Ministero della Sanità – ha spiegato più volte ISDE Medici per l’Ambiente – conferma in questo sito una situazione già molto compromessa circa la salute dei residenti. Sono stati riscontrati eccessi di mortalità per tumore del polmone e di mesotelioma pleurico oltre la media regionale, di mortalità in età giovanile per tutti i tipi di tumore e di mortalità per cardiopatie ischemiche e patologie cerebrovascolari”. Un dato ancora più preoccupante, aggiunge l’associazione, “è la presenza di malformazioni congenite superiori alla media regionale del 43 per cento. Il progetto con il nome bio-raffineria, continua ISDE “prevede in ultima analisi la produzione di metanolo a partire da scarti di rifiuti solidi urbani, plastiche, scarti dell’industria tessile, quindi un inceneritore camuffato, il tutto contro la politica di un’economia circolare”.
“Per le plastiche eterogenee non riciclabili ci sono già oggi possibilità di riutilizzo con procedimenti di estrusione e stampaggio in grado di creare nuovi prodotti senza combustioni ed emissioni – dichiarava lo scorso dicembre Rossano Ercolini di Zero Waste Italy– quindi non è affatto necessario bruciarle per produrre un po’ di metanolo da miscelare ai carburanti fossili. Ma quello che fa rabbrividire è ciò che devono aspettarsi, in termini di emissioni, Livorno e Collesalvetti da questo gigantesco impianto velenoso”. E qui lo scenario prospettato da Ercolini è davvero inquietante: “Nella migliore delle ipotesi, a fronte delle iniziali 200 mila tonnellate annue di rifiuti (che potranno arrivare a 400 mila) che arriverebbero a Stagno da ogni dove, l’impianto emetterebbe: 150 mila tonnellate annue di Co2; 195 mila tonnellate annue di acque reflue; 30 mila tonnellate annue di scorie solide, per un totale 375 mila tonnellate l’anno: un mare di veleno“.
Il progetto della bioraffineria Eni, sostiene Ercolini, nulla ha da spartire né con l’economia circolare né con la sostenibilità ambientale, come pretenderebbe la Regione: “Per ENI sarebbe solo un grandissimo business a spese dei cittadini”.
Lo scorso maggio un bando della Regione Toscana destinato ai Comuni ha stanziato 5 milioni di euro per progetti di nuove aree verdi e piste ciclabili che contribuiscano a ridurre le emissioni. Il bando è riservato ai 63 Comuni (vedi allegato) che la Regione ha individuato come quelli con la peggiore qualità dell’aria, tra i quali figura la città di Livorno ma non il Comune di Collesalvetti, di cui Stagno è una frazione.
Il 30 giugno poi è stata bocciata dal Consiglio regionale della Toscana la mozione di Toscana a Sinistra che chiedeva di annullare il protocollo fra Regione, Eni e Alia per il gassificatore di Livorno e di avviare la bonifica delle aree Sin/Sir. “Un tentativo di scaricare sulle spalle di Livorno i problemi irrisolti dell’area fiorentina aggirando la regola della chiusura del ciclo dei rifiuti all’interno dei singoli Ambiti Territoriali Ottimali – puntualizzava il capogruppo di Toscana a Sinistra Tommaso Fattori -. Resta fermo che la priorità assoluta per il territorio di Livorno e Collesalvetti è avviare la bonifica delle aree Sin/Sir senza accumulare ulteriori ritardi”.
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