La banca chiede che migliaia di miliardi non siano più sprecati in sussidi per il fossile, l’agricoltura e la pesca ma usati per affrontare il cambiamento climatico.
di Sandro Angiolini
19 giugno 2023
La notizia che preferisco commentare questa settimana si riferisce alla recente uscita di un rapporto della Banca Mondiale sull’entità, le caratteristiche e il ruolo che una serie di sussidi e di incentivi giocano oggi a sfavore della transizione energetica. In sintesi: troppi Paesi al mondo continuano a sovvenzionare pesantemente attività e settori economici che, di fatto, inquinano l’ambiente e/o contribuiscono ad accelerare gli effetti negativi legati al cambiamento climatico, con le spiacevoli conseguenze che conosciamo.
I numeri sono impressionanti: ogni anno, tra sussidi “espliciti” (cioè chiaramente identificati e diretti a certe industrie che consumano energia da fonti non rinnovabili) e “impliciti” (altre agevolazioni più generiche e meno apparenti), si spendono oltre 7 miliardi di miliardi (per esteso fanno 7.000.000.000.000.000.000.000.000 dollari) che potrebbero invece essere indirizzati meglio.
Tutto ciò rappresenta circa l’8% dell’intero PIL (prodotto interno lordo) del pianeta; per fare un paragone vi ricordo anche che in queste settimane si esulta perché l’Italia spera di raggiungere una crescita dell’1,2% del suo Pil nell’anno in corso.
Mi permetto alcune brevi riflessioni:
– molti dicono che non possiamo permetterci di affrontare la transizione verso un’economia e una società più “verdi” e sostenibili: il rapporto della Banca Mondiale (che non è esattamente un covo di vecchi rivoluzionari) dimostra esattamente il contrario: i soldi ci sarebbero, ma vengono spesi male;
– altri critici delle scelte di politica economica più sensibili all’ambiente affermano che il loro costo sociale (leggi disoccupazione) sarebbe troppo elevato: il rapporto contribuisce a far vedere che investire in energie rinnovabili darebbe molto lavoro in ruoli e figure in parte già conosciute (progettisti, installatori, etc), e in parte ancora da formare;
– più in generale, emerge la convinzione che chi mantiene questi sussidi a fonti energetiche fossili e sistemi produttivi ad alto costo energetico lo faccia per tamponare le occasionali emergenze legate a rialzi dei prezzi (per esempio provocati dallo scoppio di guerre) senza preoccuparsi in realtà del futuro a medio e lungo termine;
– infine, il fatto che in Italia questa notizia sia apparsa solo su pochi siti web più o meno specializzati e non sui grandi media la dice lunga sulla reale attenzione che nel nostro Paese si dedica a risolvere concretamente i problemi ambientali più importanti. È molto più facile approvare un nuovo bonus…
OLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori. Vedi https://www.amazon.it/dp/883221184X?ref_=pe_3052080_397514860
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