Nell’area c’è un reattore nucleare dismesso ma non ancora smantellato. L’associazione ambientalista: “Restituire il bosco al Parco e ai cittadini”.
di Iacopo Ricci
5 ottobre 2023
PISA – Dove probabilmente sorgerà una base militare, nel bosco di San Piero a Grado, c’è un reattore nucleare dismesso e le relative scorie ma il sito non è mai stato bonificato. Legambiente esprime preoccupazione per le conseguenze ambientali che potrebbe avere il progetto di un grande centro di addestramento dei Carabinieri nell’area del Cisam, all’interno del parco di San Rossore.
Abbandonata l’ipotesi Coltano questa prospettiva è sempre più concreta dopo l’ok del tavolo inter istituzionale convocato a Roma il 6 settembre e il successivo via libera della Comunità di Parco, l’organo collegiale dove siedono i sindaci dei Comuni che rientrano nell’area protetta.
Il Cisam (Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari) copre un’area boscata poco edificata di circa 480 ettari appartenente al Demanio militare. In uno dei capannoni ha sede il Deposito di rifiuti radioattivi di origine militare e civile (l’unico in Italia) mentre in altre strutture si fa ricerca su radioattività ed elettromagnetismo.
Il reattore è stato attivo dal 1963 al 1980 ma, come tutti i reattori nucleari, deve essere smantellato. L’acqua della piscina che conteneva il nocciolo del reattore è stata diluita e versata nel canale dei Navicelli una decina di anni fa.
“Qualunque sia la destinazione dell’area resta da smaltire l’edificio che conteneva il reattore e, presumibilmente, parte delle attrezzature e degli strumenti utilizzati – dichiara Eleonora Mizzoni, presidente di Legambiente Pisa.- Inoltre le scorie radioattive prodotte sono ancora lì. Sono operazioni delicate, costose e necessarie. In un progetto di utilizzo dell’area per una base militare (o per qualunque altro scopo) bisogna considerare i relativi costi, di cui sinora non è stata fatta una valutazione”.
“Non possiamo ignorare il problema della collocazione delle scorie. Sono ancora in loco? Dove metterle? – aggiunge Yuri Galletti, vicepresidente del circolo – In Italia non è ancora stato individuato il deposito nazionale per le scorie a bassa e media radioattività, anche perché nessuno lo vuole vicino a casa. Tanto meno per le scorie potenzialmente ad alta attività come quelle provenienti da un reattore. Prima di utilizzare l’area bisogna sapere quale sarà la sorte delle scorie”.
Legambiente si augura che “il sito sia bonificato e un bosco di grande pregio naturalistico sia restituito al Parco e alla cittadinanza invece che essere destinato a una base militare”.
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