Con la vittoria del candidato democratico su molte cose si annuncia una svolta. A cominciare dalle politiche ambientali.
di Sandro Angiolini
Alla Casa Bianca ci sarà presto un cambio di inquilino. E non sarà un cambio ininfluente per quanto riguarda uno dei tavoli più delicati delle politiche ambientali globali, vale a dire la lotta al cambiamento climatico.
Da 11 mesi tutto il mondo si è reso conto di cosa significhi il pericolo pandemia, ma da oltre 20 anni non è stato in grado di fare altrettanto con l’altro grande problema: la pandemia climatica. Sembra che ci si abitui facilmente al fatto che le temperature raggiungano nuovi massimi ogni estate, che la distribuzione stagionale e l’intensità delle piogge sia sempre più anomala, che il numero dei cancri alla pelle aumenti, che ci siano sempre più migranti che fuggono da zone dove il cambiamento climatico ha creato il deserto.
Con Trump gli Stati Uniti hanno annunciato il ritiro dagli Accordi di Parigi, che impegnano gli Stati a ridurre le proprie emissioni clima-alteranti di almeno il 40% entro il 2030 (per limitare l’aumento di temperatura medio mondiale a 1,5 gradi entro il 2050). Lo stesso Trump, proprio un anno fa, ha sospeso le norme approvate dall’amministrazione Obama per elevare gli standard delle automobili in circolazione e ha di fatto “sterilizzato” l’opera dell’Agenzia americana per la tutela dell’ambiente (EPA).
Con la vittoria di Biden tutto questo potrebbe cambiare in maniera significativa: gli Stati Uniti rientrerebbero negli accordi internazionali per la salvaguardia dell’ambiente, promuoverebbero fortemente le energie rinnovabili, investirebbero sul risparmio energetico, limiterebbero l’espansione del settore dell’estrazione dello shale gas (che provoca spesso danni ambientali importanti a livello locale).
Molto dipenderà anche da come andrà a finire la battaglia per il Senato USA (che conta molto per le principali decisioni del Paese), dove si annuncia un sostanziale pareggio tra Democratici e Repubblicani. Ma per una delle sfide più critiche che l’Umanità ha di fronte sarebbe senz’altro un cambiamento estremamente utile, di cui sentiremmo l’onda anche in Europa e in Toscana.
Oltre la siepe è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.
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