Da Capannori il presidente di Zero Waste Europe: “Anche il nostro progetto rappresenta a suo modo un obiettivo ecumenico”.
di Gabriella Congedo
Assisi, una delle capitali spirituali del mondo, ha aderito alla strategia Rifiuti Zero. Ne dà notizia Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe. Con l’ingresso ufficiale della città natale di San Francesco adesso i Comuni italiani Rifiuti Zero sono 321 e rappresentano ben 7 milioni e 300 mila abitanti.
“La sindaca Stefania Proietti l’aveva promesso – commenta entusiasta Ercolini – e ora Assisi, Comune patrimonio UNESCO e città di San Francesco, è parte integrante dei comuni Rifiuti Zero italiani che nonostante la crisi sanitaria hanno continuato a ingrossare la lista dei Comuni aderenti al “Protocollo Rifiuti Zero“.
Il protocollo in questione mette al centro i dieci passi per riuscire a combattere il rifiuto residuo attraverso la separazione dei vari materiali, la raccolta differenziata, il porta a porta, il compostaggio, il riciclo, il riuso e la riparazione. Con l’obiettivo finale di azzerare la frazione non recuperabile che oggi va ad alimentare discariche e inceneritori.
I Comuni che hanno aderito alla strategia Rifiuti Zero si sono impegnati a lavorare in questa direzione. Ha fatto da apripista in Italia la cittadina toscana di Capannori, in provincia di Lucca. Non a caso la patria di Ercolini e sede del Centro di Ricerca Rifiuti Zero.
In pochi anni si è vista una crescita impetuosa di adesioni da Nord a Sud e adesso la new entry di Assisi, con tutto il peso simbolico che porta con sé, potrebbe dare al progetto una spinta in più.
Su questo Ercolini non ha dubbi: “L’adesione di Assisi non solo assume un valore significativo a livello italiano ma anche a livello internazionale visto che questa cittadina rappresenta una delle capitali mondiali del cristianesimo e di tutta la spiritualità ecumenica. Viene da dire che anche il progetto Zero Waste rappresenta a suo modo un obiettivo ecumenico visto che si batte per un’uscita dall’inciviltà dell’usa e getta e per una rinaturalizzazione della nostra cultura da basare più sui valori che sui possessi”.
Non sappiamo cosa ne penserebbe il poverello di Assisi se fosse qui ma siamo quasi certi che ne sarebbe contento.
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