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Arriva il freddo, come sono riscaldate le case dei Toscani?

caminetto
La parte del leone la fa il gas metano (90,7%). Piano regionale per la qualità dell’aria: in pianura addio agli impianti a biomasse (stufe e caminetti) se non hanno un’alta efficienza energetica.

 

Sta per arrivare il freddo e nelle case si cominciano ad accendere i riscaldamenti. Potrebbe essere interessante andare a vedere con che tipo di impianti ci si riscalda in Toscana. Il quadro lo fornisce ARPAT sulla base dei dati, aggiornati ad agosto 2018, provenienti dal Catasto Impianti Termici gestito dal Sistema Informativo regionale sull’Efficienza Energetica della Regione Toscana.

Immagine da ARPAT
Immagine da ARPAT

La parte del leone la fanno gli impianti di riscaldamento alimentati a gas metano, che sono il 90,7%. Seguono con il 6,4% quelli a Gpl, l’1,8% a combustibile liquido (gasolio, kerosene, oli combustibili), l’1% a biomassa (legna e pellet) e lo 0,1% a carbone (torba, coke, antracite).

La provincia più riscaldata dal metano risulta essere Prato, con il 97,8% degli impianti censiti. La meno metanizzata è invece Grosseto con il 71,4%. In provincia di Pistoia il metano è usato nel 96,3% degli impianti, lo stesso per Siena.
Percentuali sopra il 90% di impianti a metano si registrano anche nelle province di PisaFirenze Massa Carrara, rispettivamente con 95%, 91,7% e 90,5%. La provincia di Lucca ha la percentuale più alta, in Toscana, di impianti a biomassa (4,6%), cioè stufe a legna e pellet e caminetti, con la maggioranza assoluta dei 15.521 impianti censiti in tutta la Regione.

Anche se può sembrare un modo più “ecologico” e naturale per ottenere calore, in realtà stufe a legna o pellet e caminetti inquinano, e non poco. Secondo alcuni studi, anche più delle caldaie a metano. Perché producono PM10, le famigerate “polveri sottili”. Una sorgente di inquinamento dell’aria che va a incidere, nei giorni di sforamento, fino al 52%.

Per limitare al massimo questo tipo di inquinamento è intervenuto quest’anno il Piano regionale per la qualità dell’aria,  lo stesso che regola la circolazione delle auto e tutte le emissioni nell’atmosfera. Tra le misure inserite, il divieto di utilizzare la biomassa per il riscaldamento nelle nuove costruzioni o ristrutturazioni. Il divieto vale per i Comuni di fondovalle – o comunque sotto i 200 metri di altitudine – che abbiano livelli critici di PM10. Sono escluse le aree non servite dal metano e le ristrutturazioni dove sono già presenti impianti di riscaldamento a biomassa.
In pratica, si potrà continuare a usare la biomassa per riscaldare le case solo con impianti ad alta efficienza, fatte salve le abitazioni prive di sistemi alternativi.

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