La proposta alla Regione Toscana e ai Comuni apuo-versiliesi: “Le Apuane sono il primo bacino idrico della Toscana e un enorme serbatoio naturale”.
di Gabriella Congedo
22 Luglio 2022
MASSA CARRARA, LUCCA – La lavorazione del marmo (sono circa 200 le cave attive nel comprensorio apuano) consuma un’enorme quantità d’acqua. E allora, vista la terribile siccità che sta colpendo tutta Italia e in particolare la Toscana, si sospendano “le autorizzazioni alla riapertura di nuove cave o la riattivazione di quelle dismesse o di ulteriori progetti di escavazione per un periodo di sei mesi, comunque fino al termine dell’emergenza idrica”.
La proposta viene dall’organizzazione di volontariato Apuane Libere ed è rivolta alla Regione Toscana e ai Comuni apuo-versiliesi. “La Regione Toscana – spiega l’associazione – ha decretato lo stato di emergenza in ritardo e con pochi contenuti realizzabili. Le Alpi Apuane, date le loro caratteristiche carsiche di trattenere le acque, sono il primo bacino idrico della Toscana e rappresentano un enorme serbatoio naturale”.
Ma quello che una volta era l’oro blu di queste montagne – l’acqua purissima di fiumi e sorgenti – oggi fa i conti con le conseguenze dell’attività estrattiva. Molte delle 28 denunce presentate da Apuane Libere in un anno e mezzo (scarso) di vita riguardano le escavazioni in galleria che distruggono le vene idriche. Una pratica a volte autorizzata, non di rado abusiva che, insieme al dilavamento dei piazzali di cava ingombri di detriti (rifiuti speciali che andrebbero smaltiti a norma di legge) inquina fiumi e sorgenti con gli scarichi di marmettola, fanghi e sostanze inquinanti. Un miscuglio micidiale che cementifica gli alvei e forma uno strato impermeabile soffocando ogni forma di vita, come ha segnalato più volte anche ARPAT, l’Agenzia Ambientale regionale.
Due giorni fa con un blitz a sorpresa alla Festa dell’Unità di Fiesole un attivista di Apuane Libere ha consegnato al governatore Eugenio Giani una bottiglia di acqua prelevata dentro il Parco delle Alpi Apuane. Il senso della provocazione lo chiarisce Gianluca Briccolani, presidente dell’associazione, spiegando che i volontari hanno voluto invitare Giani “a sorseggiare quello che arriva a valle della purissima acqua apuana: quando ha la fortuna di non venire stroncata sul nascere dal devastante taglio operato dalle circa 200 cave attive nel comprensorio apuano”.
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