Ecosistema

Apuane Libere contro il Comune di Minucciano: “Non riaprite quella cava chiusa da 50 anni”

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Cava Teso 2 nel Comune di Minucciano (foto Apuane Libere)

Il presidente Gianluca Briccolani: “Politiche da secolo scorso e senza futuro in nuovi siti dove la natura viene letteralmente annientata”. 

 

Redazione
13 gennaio 2023

MINUCCIANO (Lu) – Apuane Libere ha presentato al Parco delle Alpi Apuane e agli organi competenti 18 pagine di osservazioni contro la riapertura della cava Teso 2 situata nella valle dell’Acqua Bianca, alle pendici del Monte Tombaccia. Si tratta, spiega l’associazione ambientalista, di una cava chiusa ormai da 50 anni dove la rinaturalizzazione ha già fatto il suo corso. Per di più il sito estrattivo è importante per la sua continuità ecologica con gli adiacenti Siti Natura 2000 tutelati dalla Commissione Europea. Pubblichiamo l’intervento di Gianluca Briccolani, presidente di Apuane Libere.

Gianluca Briccolani (foto da profilo Facebook)
Gianluca Briccolani (foto da profilo Facebook)

Purtroppo le scellerate scelte ecocide delle Giunte comunali di alcuni Comuni della Garfagnana, con Minucciano e Vagli di Sotto in testa, stanno attuando politiche da secolo scorso e senza futuro, ossia nuovi siti dove la natura viene letteralmente annientata.

Non riusciamo a capacitarci come nel 2023 si consideri il territorio come la panacea di tutti i bilanci economici e per questo si continuino a riaprire cave chiuse da decenni con la falsa scusa, come provano i numeri, di un inesistente plus occupazionale. Le nostre volontarie e i nostri volontari non riparano nel tamponare i nuovi provvedimenti di Via che in continuazione vengono avviati dal Parco regionale delle Alpi Apuane, ormai considerato lo zimbello delle aree protette italiane e di tutti i geositi Unesco.

Dopo aver presentato le nostre osservazioni contro la riapertura di un’altra cava sulla settecentesca via Vandelli (nel comune di Vagli di Sotto), stavolta è toccato a un sito estrattivo nella già massacrata valle dell’Acqua Bianca, nel territorio del comune di Minucciano.

E proprio a questo proposito, mi piacerebbe domandare serenamente al sindaco Nicola Poli che cosa non abbia capito delle parole “cambiamenti climatici”: si aspetta che nei paesi a valle delle cime delle Alpi Apuane accadano altre tragedie? Possibile che non si arrivi a capire che continuando a far devastare e inquinare valli di straordinario pregio naturalistico e geologico, non si fanno gli interessi delle future generazioni ma degli attori direttamente coinvolti nell’attività economica?

È possibile che sia soltanto il pressapochismo a prevalere quando si valuta un progetto mal fatto o che sia la mancanza di voglia nella ricerca di alternative a guidare le scelte di un Comune? È possibile che anche alla società contemporanea vada bene? Certamente no.

Forse erano tutti incappucciati o bendati quando è stato enunciato il Piano, e per una casuale volontà del destino è stato maggioritariamente votato sì. Un “Non vedo, non sento, non parlo” spiegherebbe la scelta, perché altrimenti la cosa è da ritenersi inconcepibile. Al sindaco Poli e alla sua amministrazione la richiesta di pronunciarsi ora, fuori dalla cabina e a mente lucida, sui presupposti e sulla necessità di rivedere e rigettare nettamente la riapertura della cava Teso 2 e delle altre in programma negli anni a venire.

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