Appartiene a una specie che esisteva già più di 500 milioni di anni fa. Il Parco regionale: “Le Apuane patrimonio ambientale inestimabile da tutelare”.
di Gabriella Congedo
MASSA – In questo strano periodo la natura si sta prendendo qualche rivincita. Abbiamo visto animali selvatici a spasso nelle strade delle città, delfini nei porti e aquile nei cieli di Milano. E adesso un’alga antichissima, che esisteva già più di 500 milioni di anni fa, è tornata a crescere nel cuore delle Alpi Apuane. Appartiene al genere “Chara” ed è stata scoperta dai botanici in uno specchio d’acqua che si è formato tra le pareti di una vecchia cava dismessa.
Siamo a Cava Puntello – Bore, a Massa, a circa 700 metri sul livello del mare. Il laghetto già a partire dall’inverno del 2018 aveva destato l’interesse dei botanici. Nel corso di vari sopralluoghi, che si sono succeduti tra il 2018 e l’inizio del 2020, è stata verificata la presenza di un consistente popolamento di quest’alga millenaria. Quello che si è venuto a creare è dunque un nuovo habitat naturale di interesse comunitario, che come tale dovrà essere tutelato.
“La scoperta conferma il grande valore naturalistico delle Alpi Apuane – si legge sulla pagina Facebook del Parco regionale – soprattutto per quel che riguarda la biodiversità vegetale. Un valore ormai noto e ampiamente riconosciuto a livello internazionale: circa 1/3 delle oltre 6.000 specie vegetali della flora italiana vive su queste montagne e si contano numerose specie endemiche”.
Sarà interessante vedere come la nascita di questo nuovo ecosistema potrà conciliarsi con i piani che prevedono la ripresa dell’attività estrattiva in questa zona. La scoperta potrebbe anche bloccare tutto.
“Quello delle Apuane è un patrimonio ambientale inestimabile che richiede misure di tutela e conservazione” spiegano dal Parco. Per quanto riguarda l’alga chiunque dovesse presentare un progetto estrattivo dovrà fare in modo che, se l’attività dovesse ripartire, non intacchi la sua sopravvivenza.
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