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Apicoltori ancora sotto attacco: venti alveari ribaltati a Pisa

Foto Arpat (Associazione regionale produttori apistici toscani)
Foto Arpat (Associazione regionale produttori apistici toscani)
Ennesimo episodio del genere nella zona. Muoiono decine di migliaia di api, gravemente compromessa la produzione di miele di girasole. Probabile scopo intimidatorio.

 

di Iacopo Ricci

PISA – Allevare api non è mai stato così difficile, tanto più quando alle avversità naturali si aggiunge l’umana cattiveria. L’ennesimo atto vandalico sugli alveari è stato commesso alcuni giorni fa nella periferia sud di Pisa (zona Navicelli) ai danni di “Mieleria Toscana”, una nota azienda apistica: 20 alveari ribaltati, decine di migliaia di api morte, l’imminente produzione di miele di girasole gravemente compromessa.

L’episodio è segnalato da Arpat, l’Associazione Regionale Produttori Apistici Toscani, ed è solo l’ultimo di una lunga serie di atti vandalici contro gli alveari che da alcuni anni si verificano nella provincia di Pisa. Ma non solo, questo fenomeno criminale si sta espandendo a macchia d’olio in molte regioni d’Italia.
Mieleria Toscana ha subito una violenza analoga due anni fa e anche in quel caso non c’era stato furto. Tutto lascia pensare a un atto intimidatorio da parte di un concorrente geloso del lavoro altrui o convinto di essere l’unico ad avere il diritto di lavorare in quel territorio.

E’ difficile commentare atti criminali di tale violenza – dicono dall’associazione – soprattutto perché sono probabilmente perpetrati da “apicoltori” e si fa fatica a considerare colleghi persone che compiono questi atti di violenza nei confronti delle api”.

Arpat offre consulenza tecnica sui migliori sistemi di antifurto per la messa in sicurezza degli apiari e, insieme alle altre associazioni apistiche toscane e con il sostegno degli uffici regionali competenti, collabora con le Forze dell’ordine. Invita perciò le vittime di questi atti criminali a segnalare atti di vandalismo e furti all’associazione per avere dati sulle aree più a rischio ma, soprattutto, a fare la denuncia alla più vicina stazione dei Carabinieri forestali.

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