Ecosistema

Annata nera per il Fratino sulle spiagge toscane, mai così pochi nidi

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Un declino che dura da anni, ne rimangono poche coppie. Il Centro Ornitologico Toscano: “Ancora non si percepiscono le spiagge come ambienti naturali”.

 

di Gabriella Congedo
12 agosto 2023

Quella appena conclusa è stata la stagione con il minor numero di nidificazioni di fratino sulle spiagge toscane: appena 12, ovvero tante quante ce n’erano state nel solo litorale di Vecchiano nel 2013. A renderlo noto è il Centro Ornitologico Toscano (COT) che da anni monitora i nidi di quest’uccellino a rischio estinzione su tutto il territorio regionale con l’aiuto di associazioni ambientaliste come Lipu e WWf.

In realtà quello del Fratino (Charadrius alexandrinus il nome scientifico) è un declino inarrestabile che dura da anni: in Toscana ne sono rimaste ormai poche coppie e questo piccolo trampoliere è diventato a tutti gli effetti un sorvegliato speciale. Tra i pochi ambienti favorevoli alla nidificazione non rimangono che Bolgheri, Marina di Vecchiano, Lecciona, San Rossore, il Parco della Maremma e poco altro. Non va meglio nel resto d’Italia, tant’è che la specie è classificata “Endangered” (in pericolo) nella Lista Rossa degli Uccelli nidificanti.

Il fratino fa il nido in primavera sulle dune sabbiose scavando una fossetta pressoché invisibile dove depone tre uova. Ma il mimetismo di cui l’ha dotato Madre Natura per proteggerlo dai predatori diventa un problema sulle nostre spiagge iper-sfruttate: i nidi sono invisibili a occhi non esperti e finiscono facilmente calpestati dai bagnanti o schiacciati dai trattori che livellano e setacciano la sabbia. Di conseguenza il successo riproduttivo di questa specie è bassissimo e la maggior parte delle coppie non riesce a far involare i suoi piccoli. In pratica non ci sono più luoghi dove il Fratino possa riprodursi in pace senza essere disturbato. O calpestato.

Svariati sono i fattori di disturbo ma tutti riconducibili a un’unica causa: l’eccessiva pressione delle attività umane sui litorali. 
Ce ne parla Luca Puglisi, direttore del Centro Ornitologico Toscano: “Ampi tratti sono occupati da stabilimenti balneari e quindi di fatto inutilizzabili; le poche spiagge naturali e con un limitato accesso alle persone sono soggette a erosione, che limita quindi l’habitat disponibile; quelle che ancora conservano caratteri di naturalità ma sono facilmente accessibili sono ormai frequentate da persone e cani in misura massiccia sin dalla primavera, in particolare durante i fine settimana e le festività, impedendo spesso l’insediamento riproduttivo anche nei mesi primaverili in cui la stagione balneare ancora non è cominciata. Su alcuni litorali che pur avrebbero condizioni favorevoli, poi, le attività di spianamento della spiaggia fatte dai Comuni hanno un impatto altissimo in termini di alterazione dell’habitat e disturbo”.

Non rimane che provare a dare una mano alla natura: le chiamano strategie di conservazione. Se ne occupa il Comitato Nazionale per la Conservazione del Fratino, di cui il COT è rappresentante per la Toscana. Gli ornitologi delimitano un’area più grande possibile intorno ai nidi segnalandone la presenza con cartelli, in modo da ridurre il disturbo e il rischio che vengano calpestati. Conviene però evitare di dare indicazioni troppo precise per non attirare curiosi e malintenzionati e ritrovarsi alla fine con più persone di quelle che normalmente frequentano la spiaggia.

E già, perché fino a qualche anno fa l’esistenza del fratino era ignota ai più. Poi un famoso cantante ha deciso di organizzare dei mega-concerti estivi sulle spiagge. Ne è scaturita una discussione di grande risonanza mediatica sull’opportunità o meno di sottoporre questi habitat al calpestio contemporaneo di decine di migliaia di piedi. Spesso si faceva riferimento al fratino e così l’uccellino delle dune è diventato, suo malgrado, una star nazionale.

Un’altra strategia di conservazione consiste nel creare delle piccole oasi recintate per invogliare il fratino a farci il nido. “Laddove possibile – racconta Luca Puglisi – grazie alla collaborazione dei Comuni realizziamo con l’aiuto di associazioni ambientaliste e volontari delle recinzioni stabili nelle aree potenzialmente idonee alla nidificazione che le amministrazioni ci ‘concedono’ di delimitare, lasciando ovviamente lo spazio per la balneazione e la fruizione. Tuttavia l’effetto di queste delimitazioni dipende dall’intensità del disturbo umano immediatamente al loro esterno che in alcuni casi è talmente elevato da comprometterne l’effetto sul fratino”.

Il punto è che la percezione delle spiagge come ambienti naturali è ancora di là da venire. “Nella maggior parte dei casi si attribuisce un certo valore solo alle dune fisse senza considerare che anche le aree occupate dalla vegetazione pioniera e dalle dune mobiliche poi rappresentano l’ambiente di nidificazione del fratino – nei pochi tratti dove ancora esistono devono essere rispettate”.

Uova di fratino (foto Comitato nazionale per la conservazione del Fratino)
Uova di fratino (foto Comitato nazionale per la conservazione del Fratino)

 

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