Il Comune ha lanciato il progetto ‘Stop Amianto’: su richiesta verrà consegnato un kit con tutto il necessario per l’autorimozione in sicurezza.
di Iacopo Ricci
GROSSETO – I cittadini di Grosseto hanno l’opportunità di liberarsi una volta per tutte dall’amianto ancora presente nelle loro case, in garage o in cantina. E potranno farlo in prima persona e in assoluta sicurezza grazie al il kit per l’auto rimozione fornito dal gestore dei servizi ambientali Sei Toscana.
Il Comune di Grosseto, tramite l’assessorato all’Ambiente, ha lanciato l’operazione “Stop Amianto” che permette ai privati cittadini di rimuovere e smaltire correttamente questo pericoloso rifiuto ancora così diffuso.
Ecco come funziona: è sufficiente fare richiesta tramite l’apposito link sul sito del Comune, scaricare il modulo e compilarlo. Una volta che sarà stata verificata la fattibilità tecnica dell’operazione secondo quanto disciplinato dalle linee guida della Regione Toscana, Sei Toscana comunicherà agli interessati le modalità di consegna del kit per l’auto-rimozione, contenente tutti i dispositivi di protezione individuale e i materiali adatti per l’imballaggio dei manufatti da rimuovere.
Con il kit viene fornito anche un manuale con tutte le istruzioni per l’uso, da seguire scrupolosamente. E ancora su www.seitoscana.it e sul canale Youtube di Sei Toscana è a disposizione un video tutorial che spiega in modo dettagliato tutte le procedure da rispettare per rimuovere l’amianto in piena sicurezza.
Il costo dell’operazione è modesto: il Comune fa sapere che i cittadini dovranno pagare 57 euro per ricevere il kit e 60 centesimi per ogni chilo di amianto che dovranno smaltire.
Entusiasta del progetto ‘Stop Amianto’ è Legambiente: “Un punto di svolta per l’intera comunità – commenta Angelo Gentili della segreteria nazionale – I cittadini sono ancora una volta sentinelle del territorio e veri e propri alleati nella battaglia ambientale. Il plauso della nostra associazione va dunque al Comune di Grosseto per aver intrapreso questo percorso, dimostrando come la Maremma possa davvero diventare laboratorio di buone pratiche a livello nazionale e non solo”.
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