Lastre di eternit in un allevamento di suini abbandonato da anni. L’associazione GrIG ha presentato un’istanza per la bonifica.
di Iacopo Ricci
COLLE VAL D’ELSA (Si) – In Toscana c’è ancora troppo amianto disperso nei boschi e nelle campagne, che sfugge ai censimenti e nessuno si preoccupa di bonificare. Residuo di un passato non troppo lontano che continua ad avvelenare il presente.
Un caso emblematico è quello segnalato dall’associazione ecologista GrIG (Gruppo d’Intervento Giuridico odv): si tratta di un allevamento di suini abbandonato da molti anni, pieno di lastre di eternit esposte alle intemperie. La grande struttura fatiscente si trova nel bosco di Aiano, presso la confluenza dei torrenti Foci e Riguardi nel Comune di Colle Val d’Elsa. Il bosco è tutelato con vincolo paesaggistico, informa l’associazione, ed è attraversato dalla via Francigena.
Affinchè qualcuno si decida a intervenire il GrIG si è mosso e ieri, 3 marzo, ha inoltrato un’istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione dei provvedimenti di bonifica al Ministero della Transizione Ecologica, alla Regione Toscana, al Comune di Colle Val d’Elsa e ai Carabinieri Forestali, informando la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena.
In questi casi bonificare non è un optional ma un preciso obbligo di legge che fa capo a dei responsabili, come spiega l’associazione: “L’abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti sul suolo, nel suolo, nelle acque superficiali e sotterranee sono vietati (art. 192 del decreto legislativo n. 152/2006 e successive modifiche e integrazioni): il sindaco competente dispone con ordinanza a carico del trasgressore in solido con il proprietario e con il titolare di diritti reali o personali sull’area la rimozione dei rifiuti e il ripristino ambientale. Trascorso infruttuosamente il termine assegnato, provvede d’ufficio l’amministrazione comunale in danno degli obbligati”.
Le lastre di eternit in particolare, fatte da un impasto di cemento e amianto e per decenni ampiamente usate in edilizia, possono rilasciare fibre di amianto se abrase, perforate, spazzolate o se deteriorate, con gravi conseguenze per la salute delle persone che ne vengono a contatto. Sono sufficienti bassissime esposizioni per provocare un tumore polmonare, il mesotelioma pleurico.
Questi pericoli sono stati ignorati per anni e tanta gente è morta, e ancora muore, per aver inalato amianto. Ma oggi non ci sono scuse e una legge (la n° 257 del 1992) prescrive specifiche modalità per lo smaltimento. Bonificare subito è un dovere per la tutela della salute pubblica.
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