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Amianto killer, Fincantieri condannata a Livorno per la morte di un operaio

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Il Tribunale di Livorno ha condannato l’industria navalmeccanica al risarcimento di più di 500mila euro che andranno ai familiari della vittima.

 

Redazione
21 dicembre 2023

LIVORNO – L’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) e l’avvocato Ezio Bonanni sono in prima fila da anni per tutelare le vittime per esposizione all’amianto nei cantieri navali Fincantieri durante i processi che hanno riguardato varie sedi tra le quali Palermo, Monfalcone, Genova, Cava dei Tirreni, Ancona, La Spezia e Livorno.
Dalla difesa viene ribadito costantemente il principio che tutti i lavoratori che sono stati per anni a contatto con l’amianto hanno sviluppato mesotelioma o patologie asbesto correlate e hanno diritti che non possono essere sottaciuti. Fino all’entrata in vigore della legge n° 257 del 1992, e, quindi fino al 28 aprile 1993, l’amianto era infatti uno dei materiali più utilizzati anche nella cantieristica navale.

In questi giorni il Tribunale di Livorno ha condannato Fincantieri al risarcimento di più di 500mila euro per la morte di un operaio deceduto a 76 anni a causa di un cancro ai polmoni di origine professionale per esposizione costante alla fibra killer. L’operaio è stato per 21 anni scalpellinatore, carpentiere e manutentore nello stabilimento di Livorno. Il risarcimento è andato alla moglie e ai due figli per i danni non patrimoniali sofferti dalla vittima. Secondo la sentenza “l’asbesto era presente anche nei locali, negli impianti, nelle coibentazioni e nelle tubature del cantiere”. Questa costante esposizione è stata anche accertata dall’Inail che aveva già riconosciuto alla vittima i benefici previdenziali.

“Il fatto stesso che i vertici societari abbiano deciso di utilizzare minerali di amianto fino all’entrata in vigore della legge 257 del 1992 ha costituito un rischio inaccettabile – spiegano dall’Osservatorio – nel contempo sono state violate tutte le regole cautelari“. Decine e decine di processi, civili e penali, hanno accertato la violazione dei diritti dei lavoratori.

Nel corso degli anni, e fino al 28 aprile del 1993, nei cantieri navali è stato utilizzato amianto anche friabile. In più, anche dopo questa data, le condizioni di rischio sono proseguite perché l’amianto era presente nelle navi varate in precedenza, gli operai lavoravano gomito a gomito e vi erano condizioni prive di tutela preventiva tecnica.