L’associazione: “Inutile costruire nuovi invasi se, invece di rimuovere le terre abbandonate negli anni passati, si riempiono le cave dismesse usandole come discariche”.
CARRARA – In un corposo documento inviato al comune di Carrara e alla Regione, Legambiente lancia l’allarme: il rischio alluvionale sta aumentando, soprattutto nel centro città. Questo perché, disattendendo completamente le raccomandazioni contenute nella relazione commissionata dalla Regione Toscana al professor Seminara dell’Università di Genova, nel bacino montano prosegue imperterrita una gestione delle cave che va in direzione contraria.
“La relazione Seminara– spiega l’associazione – individua la necessità di costruire una decina di invasi per trattenere al monte complessivamente un milione di m3 di acque e ridurre i picchi di piena. Ma al monte si stanno riempiendo le cave a fossa dismesse utilizzandole come discariche di terre, perdendo così volumi d’invaso già esistenti. Con il riempimento, quasi ultimato, delle sole cave Buca di Ravaccione, Calagio, Trugiano e Scalocchiella si sta perdendo un volume d’invaso di 700.000 m3”.
Secondo l’analisi di Legambiente, oggi, a parità di precipitazioni, Carrara subirebbe picchi di piena più elevati di quelli che si sarebbero verificati solo pochi anni fa; e quando i nuovi invasi saranno realizzati, la loro efficacia sarà vanificata dalla perdita di quelli esistenti fino a ieri.
Anche per ciò che riguarda l’altra raccomandazione della relazione Seminara, la rimozione delle terre dai ravaneti (le discariche di cava) “sarebbe troppo poco dire che è stata disattesa: sta infatti proseguendo alacremente lo scarico di ingenti quantità di nuove terre sui ravaneti, aggravando ulteriormente, anche in questo modo, il rischio idraulico”.
Nel documentare con un ricco supporto fotografico le trasformazioni territoriali “non lamentiamo dunque lentezze nell’attuazione degli interventi – scrive l’associazione – ma denunciamo una gestione delle cave che incrementa attivamente il rischio alluvionale: la macchina comunale sta cioè comportandosi come una vera e propria “fabbrica del rischio alluvionale”.
Legambiente chiede dunque al Comune di: ritirare le autorizzazioni che consentono il riempimento di cave a fossa; ordinare il completo svuotamento delle cave dai detriti che le hanno colmate; ordinare la completa rimozione delle terre abbandonate al monte negli anni passati (anche qualora l’abbandono fosse stato autorizzato).
Azioni su larga scala che potrebbero finalmente invertire – in senso positivo – la trasformazione territoriale: la radicale pulizia dei ravaneti dalle terre, infatti, è proposta dall’associazione come la ‘grande opera’ di cui ha bisogno Carrara per trasformarli da fattore di rischio in fattore di sicurezza idraulica.
Fonte: Legambiente Carrara
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