Dal Bio Distretto del Montalbano una proposta condivisa per accrescere la qualità dell’extravergine biologico del territorio. Che avrà un’apposita certificazione.
di Mario Apicella
PRATO, PISTOIA – Lavorando in un intero comprensorio per comprendere cosa può stimolare la crescita comune delle capacità produttive e delle stesse conoscenze, se si accantonano le convinzioni radicate per mettersi in discussione e potersi evolvere capita anche di decollare verso progetti lungimiranti e pratiche di produzione non solo agroalimentari ma anche sociologiche circa il modo di operare, con trasparenza e dignità, per portare a casa i migliori risultati.
Volendo frangere anticipatamente nel Montalbano, tra le provincie di Firenze, Prato e Pistoia, le olive biologiche del comprensorio, il Bio Distretto del Montalbano ha chiesto agli esperti che rischi si potevano incontrare e che vantaggi si potevano ottenere. Non contenti di ascoltare olivicoltori e frantoiani professionisti, sono stati intervistati professori universitari e agroecologi, operatori del marketing e consumatori motivati, degustatori di analisi sensoriali e commercianti bio, così come il determinante e variegato mondo dei consumatori.
L’esperienza, durata oltre un mese, ha consentito di raccogliere notizie interessanti e prospettive da non trascurare, convincendo i soci dell’Associazione che un primo banco di prova era proprio il Salone internazionale del biologico e del naturale SANA 2020, che si è tenuto a Bologna dal 9 all’11 ottobre di quest’anno pieno di incertezze.
L’idea che ha coinvolto olivicoltori biologici e frantoi attrezzati è stata quella di costruire un progetto condiviso per “stanare” il nostro olio dall’angolo in cui sembra essersi schiacciato, limitando la sua caratteristica alla certificazione Bio, che garantisce solo l’utilizzazione di prodotti naturali durante la coltivazione, e alla definizione di extravergine, inerente i parametri dell’acidità e di non meglio identificate “gomme”.
Il progetto è stato chiamato Clorofilla Bio 18-25 e segnala che l’olio Bio che si vuole proporre, oltre ad essere un extravergine di oliva, proviene da oliveti coltivati con maestria e concimati organicamente, per restituire a ogni pianta i trenta elementi di cui necessita, potando nei periodi adatti e in modo razionale, è ottenuto da specifiche varietà di olive raccolte nelle 24 ore precedenti la frangitura, appena iniziano a virare dal verde verso la piena colorazione.
Attraverso una certificazione, che ancora deve essere messa a punto, si garantisce che tutte le operazioni di frangitura fino all’imbottigliamento avvengono a temperature comprese tra i 18 ed i 25°C, al fine di preservare profumi e sapori che non devono bruciarsi. Ogni lotto segnala agli acquirenti le analisi sensoriali effettuate, insieme all’acidità e la quantità di polifenoli analiticamente rilevate.
Proporre questo percorso ancora aperto a una manifestazione meno frequentata del solito, per le drammatiche circostanze che costringono a muoversi quasi unicamente on line, spiegando che non si intende vendere nulla, ma solo condividere prospettive e progettualità per realizzare la migliore qualità di un prodotto che resta un nutrimento indispensabile per la salute di tutti, dal sapore eccellente, da reiniettare nella cultura gastronomica con una nuova forza vitale, è stato sicuramente avvincente.
Il Biodistretto del Montalbano (www.biodistrettomontalbano.com) attende ora tutti coloro che apprezzano questo impegno al convegno on line organizzato con esperti di fama nazionale su queste tematiche per il 20 novembre 2020. Basta inviare una mail per essere inseriti e aggiornati costantemente su… cosa si frange in collina e cosa si muove in pentola.
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