Successo dei due incontri su tutela delle piccole produzioni come il tartufo e gli strumenti normativi oggi disponibili per favorire l’ingresso dei giovani in agricoltura.
FIRENZE – Continua con successo il ciclo di incontri “I territori della Toscana e i loro Prodotti”, organizzato da Accademia dei Georgofili e Anci Toscana, con il patrocinio di Unicoop Firenze. Dopo Lunigiana e Garfagnana, l’appuntamento di mercoledì 8 novembre è stato dedicato al Valdarno Inferiore e al prodotto ‘principe’ di queste terre: il tartufo.
A questo proposito, il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini ha insignito il presidente dei Georgofili Giampiero Maracchi del titolo di “Ambasciatore del tartufo di San Miniato nel mondo”.
Obiettivo del ciclo di incontri: coinvolgere le aziende locali, tutelare le piccole produzioni, individuare i punti di forza dal punto di vista nutrizionale e gastronomico, rinnovare il marketing puntando sulla qualità e l’unicità, inserirsi fra i prodotti di nicchia della grande distribuzione.
Giovedì 9 novembre si è svolta invece la giornata di studio “Giovani e cooperazione agricola, insieme si può!” con la quale l’Accademia dei Georgofili e l’Alleanza delle Cooperative Italiane – Agroalimentare hanno voluto promuovere un momento di discussione sul tema della cooperazione, illustrando sia gli strumenti normativi oggi disponibili per favorire l’ingresso dei giovani nel settore agricolo, sia presentare alcune esperienze significative presenti in Italia. Hanno partecipato, tra gli altri, Luca Sani, presidente Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati e Giovanni Luppi, Co-presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane – Agroalimentare.
Il ricambio generazionale in agricoltura è un obiettivo strategico della politica agricola che è stato costantemente incentivato in tutte le riforme della Politica Agricola Comunitaria che si sono succedute fino ad oggi. Lo sarà ancor di più in futuro in quanto presupposto della competitività dell’agricoltura legata a percorsi di innovazione a tutto campo che le giovani generazioni di agricoltori sono in grado di meglio assimilare.
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