Dal 14 al 16 settembre al Granaio Lorenese nella Tenuta di Alberese (Gr). Un’occasione per conoscere le varietà autoctone e i contadini che le stanno salvando dall’estinzione.
ALBERESE (Gr) – Promuovere il rilancio nel sistema produttivo delle varietà autoctone e a rischio estinzione: è l’obiettivo della riedizione della ‘Mostra Mercato del Coltivatore Custode’ che apre i battenti oggi nella tenuta di Alberese, al Granaio Lorenese, fino al 16 settembre. La Banca regionale del Germoplasma allestirà anche una mostra pomologica di frutti antichi della Garfagnana e del Casentino e verranno presentati alcuni Progetti Integrati di Filiera dedicati proprio alla valorizzazione di varietà locali toscane.
La visita della ‘Mostra Mercato del Coltivatore Custode’ è libera e gratuita e comprende anche la partecipazione a eventi collaterali, come la dimostrazione pratica del lavoro tradizionale dei Butteri con sbrancamento della mandria di bovini e doma del puledro (sabato 15 alle ore 10); il racconto della storia e delle origini della tenuta di Alberese (sabato 15 alle ore 15.30); o, ancora, la visita della Selleria, con focus sulle tecniche di allevamento dei cavalli allo stato brado e dei bovini di razza maremmana (domenica 16).
“Gli agricoltori custodi – spiega il direttore della Tenuta di Alberese Marco Locatelli – sono protagonisti della conservazione attiva; questa non è una festa folcloristica, ma di persone che credono nel loro lavoro”.
Sono 751 su un totale di 877 le varietà autoctone di frutta, ortaggi, cereali, foraggi e di razze animali che rischiavano di scomparire e che sono state mantenute in vita grazie al sistema di salvaguardia dell’agrobiodiversità agricola della Regione Toscana (legge regionale 64/2004) basato sull’azione dei Coltivatori Custodi e sulla ‘Banca del Germoplasma’. Oggi ci sono quasi 200 coltivatori custodi impegnati nel mantenimento in purezza di queste varietà, mentre sono ormai 9 in Toscana le Banche del Germoplasma, dove se ne garantisce la conservazione.
“La salvaguardia delle varietà autoctone – ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi – è uno dei fondamenti delle nostre politiche agricole. Proteggere dal rischio di estinzione questo patrimonio di biodiversità è un elemento irrinunciabile della nostra strategia mirata a garantire l’identità di un territorio, la sua cultura rurale, il lavoro degli agricoltori che ci vivono e delle loro comunità. Ma oggi fondamentale è anche l’impegno a reimmettere queste varietà, o almeno alcune di queste, in un circuito produttivo”.
Fonte: Regione Toscana
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