La scadenza era prevista per il 15 maggio ma i termini sono stati prorogati di un mese per venire incontro alle esigenze degli agricoltori.
Con il Decreto n. 6402 del 20 aprile 2021 si è ufficialmente aperto il terzo bando sull’agricoltura Biologica dell’attuale Piano di Sviluppo Rurale toscano 2014-2020, che ormai è prorogato fino al 2022. 20 milioni le risorse messe a disposizione dell’agricoltura sostenibile, cifra che arriverà nel biennio 2021/22 a circa 122 milioni di euro, di cui 100 destinati al bando dell’agricoltura biologica.
La scadenza per la presentazione delle domande era prevista per il 15 maggio ma i termini sono stati prorogati al 15 giugno 2021. Lo ha stabilito la delibera di Giunta regionale 497 del 10 maggio presentata dalla vicepresidente e assessora all’Agroalimentare Stefania Saccardi accogliendo le esigenze degli operatori del mondo agricolo.
Stessa proroga anche per le domande da presentare per l’attivazione dei premi agli agricoltori che si impegnano in una gestione migliore degli input chimici e idrici, nonché per le misure connesse alla conservazione delle risorse genetiche animali nell’ambito del sostegno allo sviluppo rurale e, infine, per le indennità a ettaro di superficie agricola utilizzata nelle zone svantaggiate al fine di attenuare il rischio di abbandono dell’attività agricola in queste zone.
“E’ uno sforzo importante che sarà a carico delle risorse del Piano di Sviluppo Rurale per il periodo transitorio 2021-2022 – ha detto Stefania Saccardi – e che mette in evidenza l’indirizzo della Regione Toscana per favorire e premiare metodi di produzione per un’agricoltura sempre più sostenibile e in linea con le esigenze di limitare gli input chimici che risultano dannosi per l’ambiente, pur mantenendo un livello assolutamente qualitativo delle produzioni”.
“Altrettanto importante – conclude l’assessora – è il sostegno alle attività agricole nelle aree svantaggiate, laddove il presidio umano assume un’importanza fondamentale per il delicato equilibrio ecologico e ambientale, anche attraverso la salvaguardia del prezioso serbatoio di biodiversità rappresentato dalle razze zootecniche che, proprio nelle aree interne e montane, contribuiscono con il loro valore identitario all’irrinunciabile valore aggiunto delle produzioni”.
Fonte: Regione Toscana
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