Secondo un report dell’organizzazione le principali banche mondiali vi hanno investito 3.500 miliardi di dollari in 7 anni nei Paesi del Sud del mondo.
20 settembre 2023
Al di là delle belle parole i soldi veri che girano nel mondo continuano a finanziare un modello di sviluppo insostenibile basato su fonti fossili e agricoltura industriale. È quanto emerge dal recente rapporto di ActionAid ‘How the Finance Flows”.
L’analisi dei flussi finanziari ha mostrato che le principali banche mondiali – alcune delle quali impegnate a parole a decarbonizzare i propri investimenti entro il 2050 – negli ultimi 7 anni hanno complessivamente investito 3.200 miliardi di dollari per finanziare le fonti fossili nei 134 Paesi del Sud del mondo e 370 miliardi di dollari per finanziare i colossi dell’agricoltura industriale.
“È inaccettabile che le banche più importanti al mondo dichiarino pubblicamente l’impegno sul clima ma continuino a finanziare combustibili fossili e agricoltura industriale – asserisce Marco De Ponte, segretario generale ActionAid Italia – A farne le spese sono le comunità in Africa, Asia e America Latina che subiscono l’impatto delle decisioni prese nei consigli di amministrazione nel nord del mondo, dove si concentra il potere economico e decisionale. Ma ne fanno le spese anche gli italiani, dati gli effetti che il cambiamento climatico sta producendo in Europa. E anche in Italia le banche private e pubbliche devono porsi domande su dove investire se davvero intendono preservare il pianeta”.
Fra i gruppi bancari il rapporto cita BNP Paribas, Barclays, Citibank, JPMorgan Chase e HSBC. Quest’ultima tra il 2016 e il 2022 ha destinato ai grandi gruppi dell’agricoltura industriale finanziamenti per 17,2 miliardi di dollari.
Decisamente pochi spiccioli invece – circa 24 miliardi di dollari – sono andati a finanziare azioni di contrasto alla crisi climatica. Secondo Mary Afan, agricoltrice e coordinatrice di una rete di produttori in Nigeria: “Le soluzioni sostenibili come l’agroecologia, che potrebbero sfamare il mondo e mantenere basse le temperature, sono minate dalle grandi multinazionali dell’agricoltura industriale, finanziate in modo eccessivo. I governi e i finanziatori devono dare priorità all’aumento del sostegno e della formazione agroecologica per i piccoli agricoltori e incoraggiare la fine della deforestazione e dell’uso eccessivo di sostanze chimiche”.
Nel frattempo la Bayer – produttrice anche di fitofarmaci tra cui il glifosato – dal 2016 ha ricevuto la bellezza di 20,6 miliardi di dollari.
Fonte: cambialaterra.it
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