Oltre la siepe - di Sandro Angiolini

Accordo Mercosur di libero scambio: una partita troppo grossa per essere ignorata

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L’obiettivo è facilitare gli scambi commerciali con l’America Latina riducendo i dazi sull’export. Ma ci sono anche importanti risvolti ambientali.

 

di Sandro Angiolini
15 dicembre 2024

Come sa chi segue questo blog (mediamente circa 1.200 persone, che ovviamente ringrazio) io cerco modestamente di evidenziare notizie a carattere ambientale provenienti dal mondo e dall’Europa – spesso poco attenzionate sui media nostrani – favorendo un’analisi critica che tralasci approcci parziali, impressioni superficiali e soprattutto le fake news.

Quella che ho scelto questa settimana ha una notevole importanza sotto molti punti di vista: ambientale, sociale ed economico. Si tratta dell’annuncio della trovata intesa, dopo 25 anni di trattative, su un accordo di libero scambio commerciale tra l’Unione Europea e quattro dei principali Paesi dell’America Latina: Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (il cosiddetto blocco Mercosur).

Parto dai risvolti economici. L’accordo dovrebbe eliminare circa 4 miliardi di euro all’anno di dazi sull’export delle imprese europee verso tali Paesi, favorendo la maggior parte (non tutti) dei prodotti agroalimentari a denominazione di origine protetta. In un mondo dove gli equilibri geo-politici sono sempre più precari dovrebbe anche diversificare l’import in EU di varie materie prime e prodotti.

Dal punto di vista sociale l’accordo punta a far rispettare le norme di sicurezza sul lavoro e sindacali dei Paesi sudamericani e a sostenere il reddito dei rispettivi produttori, con una certa attenzione per le piccole-medie imprese.

E veniamo alla componente ambientale. L’Europa si “apre” maggiormente all’import di prodotti Mercosur ponendo sostanzialmente tre condizioni:
– il rispetto delle norme di sicurezza alimentare e sanitaria in vigore da noi;
– la gestione sostenibile delle foreste;
– l’impegno dei quattro Paesi nella lotta al cambiamento climatico (ricorderete che il nuovo presidente argentino non ne è un paladino…).

Tutto fatto? Neanche per idea. Ora la palla passa ai singoli Stati membri dell’Unione Europea, i cui Parlamenti sceglieranno se approvare o meno questo accordo. Francia, Italia e Polonia (cioè i maggiori produttori agricoli europei) si sono già dichiarati contrari; la Confindustria è invece a favore. Basterà una maggioranza qualificata dei Paesi europei per la sua ratifica ed entrata in vigore, interessando circa 700 milioni di persone.

Chi ci guadagnerà, ammesso che l’accordo venga approvato? I consumatori di entrambi i continenti sicuramente, perché disporranno di prodotti a prezzi inferiori a quelli attuali. Ne risulteranno in teoria penalizzati gli agricoltori europei che producono gli stessi prodotti che verranno maggiormente importati dal Sud: carne e cereali in primo luogo.

Conclusioni quasi impossibili perché il diavolo, come sempre, sta nei dettagli. Cioè nella capacità e volontà di applicare fedelmente le norme europee che garantiscono la salute alimentare e la tutela della natura anche in quei settori dei Paesi sud-americani che vogliono esportare. L’impressione è che ci vorrà almeno un altro anno per mettere a punto vari regolamenti e procedure di controllo. Ma si tratta di una partita troppo grossa per essere ignorata da chi ha a cuore l’ambiente.

 

Sandro Angiolini_piccolaOLTRE LA SIEPE è una rubrica settimanale che parte da eventi/notizie relative all’ambiente e all’economia su scala nazionale o internazionale per riflettere su come queste possono impattare sulla scala locale e regionale toscana.
Sandro Angiolini – Figlio di mezzadri, è agronomo ed economista e ha conseguito un Master in Politiche Ambientali presso l’Università di Londra (Wye-Imperial College). Ha scritto numerosi articoli sui temi dello sviluppo rurale e sostenibile e tre libri sull’agriturismo in Toscana. Per 29 anni funzionario presso amministrazioni pubbliche, svolge attualmente attività di consulente economico-ambientale e per lo sviluppo rurale integrato, in Italia e all’estero, oltre a varie iniziative formative e di comunicazione. È fortemente impegnato nel settore del volontariato ambientale e culturale.

È di recente uscito il suo libro “Comunicare meglio-istruzioni per l’uso”, un manuale divulgativo sulle tecniche di comunicazione rivolto ai non addetti ai lavori.
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