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“Abusi ambientali alla cava delle Cervaiole”, Apuane Libere ne chiede la chiusura

Cava Cervaiole-Apuane
Il sito estrattivo delle Cervaiole (foto Apuane Libere)

L’associazione ambientalista ha presentato una denuncia: “La montagna di Michelangelo ha già dato, lasciamola in pace!”

 

di Gabriella Congedo

SERAVEZZA (Lu) – I macchinari della ditta che gestisce la cava delle Cervaiole nel Comune di Seravezza avrebbero intercettato alcune importanti grotte carsiche senza segnalarle alle autorità competenti, in primo luogo il Parco regionale delle Alpi Apuane.

Proseguono le denunce di abusi e illegalità ambientali da parte di Apuane Libere. Nel mirino stavolta la cava delle Cervaiole nel Comune di Seravezza. Oggi la neonata organizzazione di volontariato (leggi qui l’articolo) ha presentato una segnalazione, con tanto di documentazione fotografica, ai Carabinieri forestali della stazione di Pietrasanta, al Parco delle Alpi Apuane, all’Ufficio Cave del Comune di Seravezza e alla Regione Toscana.

Il dossier prende le mosse dalle denunce di alcuni escursionisti che si sono avventurati su quel che resta del sentiero 142 del Club Alpino Italiano. “Successivamente, grazie all’instancabile presenza sul territorio dei nostri militanti ambientali – fanno sapere dall’associazione – abbiamo verificato e documentato che i caterpillar della ditta Henraux s.p.a., autrice di uno dei più efferati crimini ambientali come l’abbassamento di ben 20 metri della cima del Picco di Falcovaia, hanno intercettato alcune importanti cavità carsiche non denunciandole agli organi competenti, in primis l’Ente Parco Regionale delle Alpi Apuane”.

Quello che rimane del picco di Falcovaia (foto Apuane Libere)
Quello che rimane del picco di Falcovaia (foto Apuane Libere)

Ma non si tratterebbe dell’unico abuso commesso in questa cava. Ci sarebbe anche un problema serio di inquinamento della falda. “I nostri attivisti in quel frangente – spiega Gianluca Briccolani, presidente dell’associazione – hanno documentato quello che molti sanno e che fanno finta di non sapere, e nello specifico che dal sito estrattivo Cervaiole ingenti quantità di marmettola, terre e olii esausti si infiltrano giornalmente dentro le vene dei monti portando a valle l’inquinamento generato da questa che, più che una coltivazione, è un vero e proprio massacro indiscriminato della montagna”.

Non sarebbe la prima volta, secondo l’associazione Apuane Libere, che la Henraux s.p.a. si pone fuori dalla legalità. “La vicina Cava Macchietta – prosegue Briccolani – che ha perforato il ventre della cosiddetta montagna di Michelangelo – il monte Altissimo – è stata sospesa per lo scavo abusivo di oltre 14.000 metri cubi di marmo, procurando un danno ambientale ed erariale a tutt’oggi non sanato”.

A questo punto Apuane Libere – assieme ad altre associazioni ambientaliste apuane – si appella alla Giunta regionale Toscana affinché “respinga in toto il nuovo progetto di coltivazione recentemente presentato dalla società che vorrebbe per la zona delle Cervaiole, probabilmente in parte di uso civico, il passaggio da due a cinque cave attive e razziare altre 1.430.000 tonnellate di marmo da quel che ancora rimane del Picco di Falcovaia”.

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