Su un’area di 6 ettari sono state piantate 2 specie di trifoglio. Un progetto del Consorzio di Bonifica con l’Università di Firenze.
SIGNA (Fi) – A Signa le casse di espansione, create per contenere le piene del fiume, sono diventate anche campi fioriti per nutrire le api.
Si chiama Bees Crops Biodiversity il progetto che il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno sta sviluppando insieme all’Università di Firenze nei pressi dell’impianto di sollevamento di Castelletti, nel Comune di Signa.
Su terreni destinati al contenimento delle acque di piena viene lavorato il suolo e seminate due specie di leguminose allo scopo di creare un habitat favorevole alla riproduzione degli insetti e soprattutto a dare ‘alimento’ agli impollinatori in un periodo di scarse fioriture nettarifere come quello tardo primaverile. Il tutto avviene in una cassa di espansione già interessata da lavori di ricostruzione di una trama di paesaggio agrario tradizionale all’interno del progetto Pit – Parco della Piana, finanziato dall’Unione europea.
Il progetto è stato presentato ieri in occasione della Giornata Mondiale delle Api, presso l’impianto di Castelletti. Sono intervenuti l’assessora all’Ambiente e alla Difesa del suolo Monia Monni, il sindaco di Signa Giampiero Fossi, il presidente e il responsabile settore ambiente del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, Marco Bottino e Daniele Vergari e la ricercatrice del Dipartimento DAGRI dell’Università di Firenze Chiara Grassi.
Le specie seminate in circa 6 ettari, Trifoglio incarnato (Trifolium incarnatum) e Trifoglio bianco (Trifolioum repens), hanno fioritura vistosa: la prima di colore rosso violaceo, la seconda bianco e tempi di fioritura sfalsati. La semina è stata fatta a strisce alternate, sia per dare un effetto visivo interessante (l’alternanza richiama i colori della Toscana nell’anno del 700° anniversario dantesco), ma soprattutto per aumentare il periodo di fioritura, essenziale per dare agli insetti il massimo periodo di presenza di nettare e assicurare così il massimo nutrimento. A differenza delle semine destinate a foraggio, che vengono tagliate agli inizi della fioritura, la scelta del Consorzio è stata quella di favorire la presenza di nettare per cui l’eventuale taglio avverrà solo dopo che la fioritura sarà finita.
Già dal 2018 la stessa Ue ha lanciato un allarme sulla necessità di favorire e aumentare la presenza degli insetti impollinatori. La drammatica riduzione di habitat favorevoli rende e renderà necessarie nuove azioni per ripensare la gestione dell’agricoltura e del territorio. E’ notizia di pochi giorni fa che in Danimarca i proprietari di grandi terreni agricoli devono coltivare per legge, sul 5% delle loro terre, essenze per le api.
“L’allarme lanciato dall’Ue sugli insetti impollinatori che stanno scomparendo non può essere trascurato – ha spiegato Monia Monni – Oggi a Signa, grazie alla collaborazione fra enti diversi, stiamo usando una cassa di espansione non più solo per la sicurezza idrogeologica, ma a servizio dei cittadini e dell’ambiente”.
“Il recupero di aree marginali, spesso incolte, attraverso la semina di specie mellifere può essere una proposta interessante, facilmente estendibile ad altri territori, per la creazione di habitat favorevoli agli insetti impollinatori – ha aggiunto Marco Bottino – Visti i risultati di questo progetto, per il momento molto incoraggianti, il Consorzio sta già individuando nuove aree di sperimentazione e cercando di trovare miscugli di sementi, anche con fiori selvatici, da adattare alle diverse circostanze”.
Fonte: Regione Toscana
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