Legambiente contro il decreto del Presidente del Consiglio che dispone la realizzazione di una nuova infrastruttura militare nell’area protetta.
di Gabriella Congedo
PISA – Una nuova base militare nascerà a Coltano, all’interno del Parco regionale di San Rossore. Lo ha stabilito la Presidenza del Consiglio dei Ministri con un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 marzo.
Si tratta, recita il documento, di una “struttura funzionale dedicata per il Gruppo intervento speciale del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti «Tuscania» e del Centro cinofili, centri di eccellenza dell’Arma dei Carabinieri, impegnati nell’attività antiterrorismo e nella sicurezza delle rappresentanze diplomatiche a rischio, nonché nelle attività delle forze speciali e delle forze per operazioni speciali delle Forze armate”.
Dunque un centro di addestramento per operazioni speciali che, vista la sua funzione di “opera destinata alla difesa nazionale”, sarà realizzato con procedure semplificate in base al decreto legge 77 del 2021 “Governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure”.
L’area destinata alla nuova struttura militare occuperà una superficie di 70 ettari (circa 100 campi di calcio).
Il progetto stava passando in sordina (pare che nemmeno l’Ente Parco ne fosse a conoscenza) ma quando si è risaputo ha sollevato malumori e proteste. Tra le voci contrarie si è levata ieri quella di Legambiente Pisa, che lamenta “il sacrificio di una vasta area che da oltre 40 anni è area protetta per decisione della Regione e dello stesso Stato che ora la sacrifica a esigenze militari”.
Tra l’altro, spiega Legambiente, l’Ente Parco ha tra le sue finalità statutarie la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale. “Sono questi obiettivi di pace con la natura in un contesto di pace tra le persone e i popoli. Ci auguriamo che le finalità del Parco siano sempre rispettate e tenute come prioritarie”.
Intanto, visto che l’insediamento andrà a occupare un’area agricola, si prospetta una nuova cementificazione con ulteriore consumo di suolo, “una risorsa fragile e non abbastanza considerata, come avverte l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ricordando i suoi numerosi servizi ecosistemici come la regolazione del clima, la mitigazione dei fenomeni idrologici estremi, il mantenimento della biodiversità” aggiunge l’associazione ambientalista.
Considerando il momento che stiamo attraversando sarà ben difficile che il Governo si convinca a recedere dal progetto, ma qualcuno deve pur provarci.
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