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A Firenze milioni di campioni di piante digitalizzate con un progetto per difendere la biodiversità

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Foto dal sito del Museo di Storia naturale Università di Firenze

L’Erbario Centrale di Firenze è il più importante d’Italia e tra i primi al mondo. Entro la prossima estate il suo immenso patrimonio sarà a disposizione di tutti.

 

di Iacopo Ricci
4 ottobre 2024

FIRENZE – L’Erbario Centrale Italiano di Firenze è un formidabile archivio di biodiversità e presto tutti potranno consultarlo grazie alla digitalizzazione massiva in corso in questi mesi. Si tratta di un progetto titanico reso possibile grazie a un accordo con il National Biodiversity Future Center, che è il primo centro italiano di ricerca sulla biodiversità, e a un finanziamento di circa 7 milioni di euro sostenuto dal PNRR. Vi partecipano due grandi università italiane, Firenze e Padova.

L’Erbario di Firenze, il più importante in Italia, custodisce oltre 2 milioni di piante provenienti da tutto il mondo, ci sono persino campioni raccolti da Charles Darwin alle isole di Capo Verde. Un patrimonio immenso che presto non sarà più consultabile unicamente “su carta” ma potrà essere studiato nella sua versione digitale.

Nel più grande erbario italiano infatti è in corso un’enorme trasformazione: la digitalizzazione dei campioni al ritmo di 10-12 mila al giorno. I fogli con le piante raccolte anche secoli fa e conservate a Firenze da metà Ottocento vengono prelevati dai faldoni, posti sui nastri trasportatori da operatori specializzati e fotografati, poi ricollocati al loro posto sugli scaffali. Questo permette di acquisire e rendere accessibili in rete sia le immagini ad alta definizione di ogni singolo foglio d’erbario sia le informazioni trascritte dalle etichette (la ‘carta d’identità’ della pianta) in modo che chiunque possa accedere a questo tesoro. Quando il progetto sarà terminato, ad agosto del 2025, saranno disponibili sul Web ad accesso libero le immagini di quasi 4 milioni di pezzi tra Erbario Nazionale e altre collezioni.

La catalogazione è partita dalle collezioni di tracheofite o piante vascolari (quelle cioè caratterizzate dalla presenza di veri tessuti e organi) dell’Erbario Centrale Italiano e si estenderà via via ad altre raccolte. Una volta terminato il lavoro i dati confluiranno in un immenso database che sarà a disposizione di tutti, ricco di dati sulla biodiversità vegetale del passato che potrà essere comparata a quella del presente.

L'Erbario Centrale italiano di Firenze
L’Erbario Centrale italiano di Firenze

 

L’erbario centrale di Firenze venne fondato nel 1842 dal botanico siciliano Filippo Parlatore. Dal 1842 a oggi è diventato la più grande collezione naturalistica botanica in Italia e una delle prime 10 al mondo. Le piante sono veri e propri documenti vegetali e l’erbario di Firenze è uno straordinario archivio dove sono conservati piante a seme (Erbario fanerogamico) e organismi privi di fiori e semi come muschi, felci, alghe, funghi e licheni (Erbario crittogamico), oltre a un vasto deposito che raccoglie centinaia di migliaia di campioni ancora poco o mai studiati.

Qui sono custodite alcune tra le collezioni botaniche storiche più importanti in Italia tra cui la collezione privata del botanico e naturalista Philip Barker Webb (1793-1854) raccolta principalmente tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento che, con i suoi 250 mila campioni provenienti da ogni area del mondo, è ancora oggi uno degli erbari più consultati dai botanici.

Questo patrimonio botanico ricostruisce la flora del passato e racconta quello che sta succedendo adesso. Tra meno di un anno la messa in rete di quasi 4 milioni di campioni, che saranno a disposizione di tutta la comunità scientifica nazionale e internazionale, potrà dare un contributo fondamentale anche allo studio dei cambiamenti climatici.

La digitalizzazione dell'archivio
La digitalizzazione dell’archivio

 

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