Il progetto per aumentare la produttività della centrale idroelettrica già esistente vede l’opposizione del coordinamento Salviamo l’Elsa e del Comune.
Redazione
1 marzo 2024
COLLE DI VAL D’ELSA (Si) – Nell’estate del 2020 il Comitato Civico Elsa Viva lanciò uno dei primi appelli per informare la cittadinanza che sarebbe iniziata la procedura di esproprio per l’interramento di una tubazione che avrebbe convogliato l’acqua dell’Elsa e delle Gore fino a una centrale idroelettrica già esistente. Il progetto PVG (Progetto Valorizzazione Gore), avanzato dalle società Mk2 e Pvg, prevede un intervento per intercettare l’acqua e deviarla in una conduttura del diametro di 1,2 metri per circa 1,2 km, il cosiddetto “tubone” al fine di aumentare la produttività della centrale.
A oggi hanno ormai superato quota mille le firme raccolte anche online dal Coordinamento Salviamo l’Elsa per dire no al “tubone”. Le Gore di Colle Val d’Elsa hanno una lunga storia e sono un patrimonio della comunità locale, da circa mille anni in simbiosi con la città e i suoi abitanti. Si tratta di canali artificiali costruiti nel XIII secolo, delle dimensioni di circa un metro di larghezza per un metro di profondità, che ricevono le acque del fiume Elsa e che in antichità fornivano energia motrice a costo basso o nullo, per la rapida discesa delle acque, a tutti gli opifici della zona come mulini, gualchiere, roterie, cartiere, ferriere.
Il “tubone” dovrebbe attraversare la città nel suo centro urbano, passando in gran parte accanto o sotto il canale della gora esistente. Tale condotta preleverebbe il 50% dell’acqua del fiume dalla Steccaia, sotto il ponte di San Marziale, all’inizio del Sentierelsa, per portarla alle turbine collocate in Ferriera, nei pressi di via della Lisciata, per poi rilasciarla di nuovo nel fiume, ben dopo il ponte di Spugna. Il prelievo, spiegano dal coordinamento, toglierebbe metà dell’acqua a un tratto di fiume di oltre 3 km ricadente nell’area naturale protetta di interesse locale del Parco Fluviale dell’Alta Valdelsa, una zona di grande interesse naturalistico e turistico, proprio dove ora passa la via Francigena.
La Direzione Ambiente ed Energia della Regione Toscana ha già dato a suo tempo parere positivo al progetto nonostante il parere contrario dell’amministrazione della città e della Sovrintendenza di Siena. Lo scorso autunno sindaco e Giunta comunale decisero di ricorrere in Cassazione contro la sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche che aveva respinto il precedente ricorso contro il progetto di centrale idroelettrica proposto.
L’assemblea pubblica convocata sabato 24 febbraio alla sala del Teatro del Popolo ha registrato una grande partecipazione di associazioni, cittadini e istituzioni. Per Claudio Leonzio, già professore di Ecologia all’Università di Siena, “il paesaggio fluviale e la relativa natura, aperti alle escursioni, vedono la presenza di numerosi habitat e specie di interesse comunitario, tutelate dalle direttive europee e dalle leggi regionali, di valore inestimabile”.
Uno studio idrogeologico dell’Università di Siena ha verificato poi una forte discrepanza tra le portate teoriche presentate dalle aziende nel progetto e quelle reali: “La portata reale del fiume, secondo le rilevazioni effettuate nei mesi di ottobre 2023 e febbraio 2024, risulta essere circa un terzo del valore medio indicato per gli stessi mesi dagli elaborati progettuali, fatto che rende non verosimili i dati sulla produzione elettrica attesa”. L’esigenza di avere a disposizione dell’energia non inquinante a prezzi vantaggiosi per cittadini e imprese sembra mal conciliarsi con l’impatto dell’opera. La questione, oltre che dividere i cittadini, è argomento quotidiano dello scontro politico in vista delle prossime elezioni comunali.
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