Una mobilitazione partita da “No pesticidi”, gruppo social da 75mila iscritti. Il fondatore Renato Bottiglia: I più esposti non sono gli agricoltori ma chi vive accanto ai campi e alle serre.
È stata un’invasione pacifica, con 25mila persone tutte ben presenti nel librone che Renato Bottiglia, fondatore e animatore del gruppo “No pesticidi”, ha consegnato martedì alle due parlamentari Sara Cunial e Silvia Benedetti. Due donne che si sono assunte il compito di sostenere nelle aule di Montecitorio le aspettative e i diritti collettivi di 25mila cittadini, che con la loro firma rappresentano in realtà milioni di persone ostaggio dell’uso della chimica di sintesi in agricoltura. 25mila firme raccolte in poco tempo che chiedono a Governo e Parlamento di legiferare per salvare la salute della popolazione dagli effetti dei pesticidi, diffusi nell’ambiente oltre che sui campi coltivati.
A lanciare la petizione un gruppo social da 75 mila iscritti nato attorno a un tema sottovalutato: la qualità della vita di chi abita in zone rurali, oltre che degli stessi agricoltori.
“A essere maggiormente esposti agli effetti dei pesticidi, al cosiddetto ‘effetto deriva’, non sono gli agricoltori, che per spargere i pesticidi si attrezzano con tute e mascherine, ma chi vive accanto ai campi e alle serre” spiega Renato Bottiglia. “Chiediamo che si assicurino le distanze di sicurezza tra campi irrorati e abitazioni e che ci sia obbligo di avviso per i trattamenti dei campi”. A queste precise richieste Maria Grazia Mammuccini, responsabile di Cambia la Terra, aggiunge quella di assicurare distanze di sicurezza per i campi coltivati a biologico. Danneggiati appunto dalla dispersione aerea delle particelle di fitofarmaci di chimica di sintesi.
L’Italia è il terzo Paese europeo per consumo di sostanze chimiche nei campi. E in 10 anni la spesa per l’acquisto di pesticidi è aumentata del 50%. “I pesticidi sono tra i più importanti fattori di rischio per quanto riguarda le malattie non trasmissibili” aggiunge Patrizia Gentilini, oncologa dell’ISDE- Associazione Medici per l’Ambiente. “La lista delle pubblicazioni mediche affermate e ufficiali è infinita, nonostante esista una parte del mondo della ricerca che ancora cerca di far affermare visioni opposte. Sono migliaia le sostanze disperse nell’ambiente che attentano alla nostra salute: l’atrazina, vietata da decenni, si trova ancora in grande quantità nelle acque sotterranee.”.
Le 25mila firme arrivano anche in risposta a questi dati allarmanti. ”Gli effetti sanitari associati all’esposizione ai pesticidi sono ormai incontrovertibili – fa eco Renato Bottiglia – “Tumori, sviluppo di diverse patologie neurodegenerative, neonatali, ormonali nonché problematiche a carico del sistema immunitario sono solo alcune delle conseguenze del contatto con i fitofarmaci. Tutti effetti sottostimati in quanto oggi la valutazione del rischio considera l’esposizione puntuale al singolo pesticida, non l’esposizione continuata e gli effetti sommati dei differenti pesticidi a cui sono sottoposti non solo gli operatori professionali ma tutte le persone che vivono in zone agricole”.
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