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Insetti cibo del futuro? Se ne parla al Museo di Storia Naturale di Pisa

Barretta di insetti e larve. (Foto da Università di Pisa).
Barretta di insetti e larve. (Foto da Università di Pisa).
Lunedì 29 ottobre si parlerà dell’imminente arrivo degli insetti sulle nostre tavole e sulle potenzialità che questa pratica può avere. Una possibile soluzione alla fame nel mondo?

 

PISA – Lunedì 29 ottobre alle ore 16.30 il Museo di Storia Naturale ospiterà la conferenza “Insetti: cibo del futuro?”, a cura di Simone Mancini del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa. La conferenza è organizzata dall’Associazione Amici dei Georgofili – Pisa, in collaborazione con il Museo di Storia Naturale.

Secondo i dati FAO, nel 2050 la popolazione sul nostro pianeta arriverà a raggiungere circa i 9,8 miliardi (attualmente siamo 7,6 miliardi, aumento del 23%). Questa enorme espansione della popolazione mondiale unita all’aumento della richiesta di proteine animali, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, richiederà un notevole sforzo produttivo e zootecnico. Un aumento di produzione, con la conseguente crescita dello sfruttamento di suolo e acqua e con l’inevitabile produzione di inquinanti, che comporterebbe un aggravio della già delicata situazione ambientale. Come sarà possibile, quindi, far fronte a questa crescente richiesta?

Una risposta concreta potrebbe trovarsi nell’entomofagia. L’introduzione degli insetti nell’alimentazione umana e nella produzione di mangimi potrebbe rappresentare una valida soluzione ai problemi che ci attendono in un prossimo futuro, con numerosi vantaggi per l’ambiente, ma anche per la salute e per la condizione sociale e di sussistenza di varie popolazioni. Infatti, essendo altamente nutritivi rappresentano un’interessante fonte alimentare, in particolare come potenziali sostituti della carne, la cui produzione non può competere con quella degli insetti per quanto riguarda lo sfruttamento del suolo, i costi del sistema di allevamento, lo smaltimento dei reflui e il forte impatto ambientale dovuto alla produzione dei gas serra

Fonti: Università di Pisa e Accademia dei Georgofili

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