E’ stato ottenuto grazie a una tecnica di trapianto genetico messa a punto dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Biologia coordinato da Alessio Mengoni e Marco Fondi.
FIRENZE – Modellato per la prima volta il genoma di un batterio per trasformarlo in un super fertilizzante naturale, in grado di combinare più funzioni. La tecnica di trapianto genetico è stata messa a punto dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Biologia coordinato da Alessio Mengoni e Marco Fondi ed è stata descritta in un articolo pubblicato su ACS Synthetic Biology, la rivista dell’American Chemical Society.
“Secondo le stime del FAO, con il rapido aumento della popolazione mondiale la produzione agricola attuale non sarà più sufficiente per sfamare adeguatamente i quasi 10 miliardi di abitanti previsti per il 2050 – racconta Mengoni, associato di Genetica -. Sarà necessario aumentare la produttività agraria ma allo stesso tempo ridurne la dipendenza da risorse energetiche non rinnovabili, e quindi il suo costo economico e ambientale”.
I ricercatori sono partiti dallo studio di un batterio simbionte delle leguminose, Sinorhizobium meliloti, in grado di trasformare l’azoto atmosferico in forme di azoto assimilabili dalla pianta. “I fertilizzanti azotati usati oggi in agricoltura sono in gran parte prodotti per sintesi chimica, usando processi che richiedono un grande consumo di energia – commenta il ricercatore -. Esistono però molti microorganismi, come Sinorhizobium meliloti, che possono produrre naturalmente le stesse molecole attraverso il loro metabolismo”.
“Il trapianto genetico – spiega il ricercatore – apre la possibilità di combinare in un solo ceppo caratteristiche importanti, ma presenti in ceppi differenti, per migliorare la produzione delle leguminose, il loro apporto di azoto nel terreno ma anche la crescita e la resistenza a condizioni ambientali estreme e contribuire così alla sostenibilità ambientale dell’agricoltura”.
Fonte: Università di Firenze
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