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Collisione navi, Legambiente: fare presto per limitare i danni

Foto da Legambiente
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“Troppe navi con sostanze pericolose nell’area protetta”. C’è il rischio che il combustibile possa finire sotto la superficie dell’acqua rendendone più difficile il recupero.

 

Fare di tutto perché quello di domenica mattina non sia l’ennesimo incidente destinato a cadere nell’oblio. Legambiente lancia l’allarme con una nota firmata da Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana, Umberto Mazzantini, responsabile mare e Angelo Gentili della segreteria nazionale.
La collisione tra la nave tunisina Roro Ulysse e la portacontainer cipriota CLS Virginia avvenuta nel perimetro del Santuario Pelagos, un’area marina protetta di rilevanza internazionale “dimostra per l’ennesima volta l’estrema vulnerabilità di questo prezioso triangolo di mare tra il nord della Sardegna, la Corsica, la Toscana e la Liguria”.

Lo sversamento in mare di “600 metri cubi di olio carburante enormemente tossico per l’ambiente marino ha generato una chiazza di circa 10 km quadrati di estensione e 20 km di lunghezza. Il fatto che l’incidente sia avvenuto in buone condizioni meteomarine dimostra che il Santuario è quotidianamente esposto a rischi troppo alti e che evidentemente i controlli non sono sufficienti a metterlo in sicurezza”.

Adesso, mettono in guardia i tre dirigenti, occorre far presto per limitare i danni ed evitare che il carburante, spinto dalle correnti, raggiunga la costa. “Piogge e venti forti stanno ostacolando le operazioni di pulizia della chiazza d’idrocarburi che galleggia sul mare e si sposta di ora in ora. Il rischio maggiore è che il combustibile, che è molto denso, possa in parte finire sotto la superficie dell’acqua, rendendone più difficile il recupero e mettendo in pericolo un numero maggiore di animali”.

Se si è evitata, per fortuna, quella che poteva essere una tragedia con molte vittime, “i danni ambientali rimarranno per molto tempo e nessuno sa davvero quali effetti avranno in un’area vitale per i cetacei”.
Preoccupano anche le dichiarazioni del ministro francese François de Rugy, secondo il quale la collisione tra la nave ro-ro tunisina e la portacontainer cipriota deriva da «un comportamento della nave ro–ro totalmente anormale» dal momento che «non c’era nessuno sveglio al timone della nave ro-ro. Altrimenti la collisione si sarebbe potuta evitare». Tutto questo, sottolineano i tre dirigenti, che è la spia di scarsa preparazione professionale e sfruttamento degli equipaggi.

Il Santuario dei Cetacei, se non ci si decide a mettere in atto un sistema serio di protezione, “rischia di restare un’istituzione importante e strategica solo sulla carta. Di fatto è sempre più spesso teatro di incidenti causati dall’intenso traffico navale, a partire dal naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio, poi la caduta nel mare in tempesta al largo di Gorgona di decine di bidoni contenenti sostanze tossiche (molti dei quali mai recuperati), fino a naufragi sfiorati e collisioni, mentre nell’Arcipelago Toscano le navi cariche di sostanze pericolose continuano a passare vicinissime a Pianosa e ad altre isole protette”.

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