Dal 1992 qui vengono accolti, curati e liberati gli animali selvatici in difficoltà. Ma le istituzioni latitano e andare avanti diventa sempre più difficile.
di Gabriella Congedo
foto del Centro Recupero Rapaci Lipu Mugello
VICCHIO (Fi) – Per loro curare gli animali e poi liberarli è la cosa più bella che si possa immaginare. Ed è questo entusiasmo che dà a Paola, Cristina, Virginia, Marcella, Niccolò, il direttore sanitario Renato e tutti gli altri volontari la forza di andare avanti. Siamo a Vicchio, nel Centro di Recupero Rapaci Mugello della LIPU. Uno dei dieci centri dell’associazione sparsi in Italia dove vengono accolti, curati e liberati gli animali in difficoltà. E loro sono gli angeli della fauna selvatica, che dedicano tempo e amore a dare una possibilità di vita a creature indifese.
Il Centro di Vicchio nasce nel 1992 dalla passione di due ragazzi, Paola e Marco. Con enormi sacrifici, visto che nel frattempo devono lavorare per vivere, allestiscono alcune voliere e un centro di prima accoglienza. I primi fortunati ospiti sono quattro allocchi, rapaci notturni piuttosto diffusi in Toscana.
Da allora hanno avuto assistenza più di 20.000 animali e si continua con una media di 1.000 all’anno. Non di rado si tratta di specie protette (la direttiva europea 147/09/CE “Uccelli” è la normativa di riferimento). L’ultimo, un paio di settimane fa, uno splendido esemplare di falco pellegrino impallinato da un cacciatore. Un abitante di Vicchio l’ha trovato nel giardino di casa e l’ha portato al Centro. “Non è il primo animale che arriva qui a causa di atti di bracconaggio – racconta Paola, un’operatrice – Ma la maggior parte di loro purtroppo non ha neanche la fortuna di essere soccorsa e assistita perché si perde nelle campagne o nei boschi”.
Il Centro è specializzato nella cura e riabilitazione dei rapaci ma accoglie tutte le specie di animali selvatici che vivono intorno alle città e nelle campagne. Soprattutto uccelli, ma capitano anche piccoli mammiferi come ricci e pipistrelli. I volontari lavorano in stretta collaborazione con l’altro Centro di recupero LIPU in toscana, il CRUMA di Livorno, specializzato per gli uccelli acquatici.
Ci spiegano che il picco dei ricoveri si registra tra maggio e luglio.“In questo periodo i pulli caduti dal nido prima del tempo vengono portati al Centro da persone che li trovano nel proprio giardino o nei parchi”. Il che, fatte salve le buone intenzioni, non sempre è una buona idea: “Nella maggioranza dei casi pulcini e cuccioli non vanno raccolti. Gran parte di loro abbandona il nido prima di imparare a volare ma continua a essere accudita dai genitori. Bisogna evitare di raccoglierli strappandoli alle cure dei genitori. Meglio lasciarli a terra perché facciano esperienza e imparino a riconoscere i pericoli. Allo stesso modo i cuccioli dei mammiferi come caprioli e lepri, che a noi possono sembrare abbandonati, sono in realtà perfettamente accuditi dalla madre che, rimanendo nelle vicinanze, li sorveglia e si avvicina solo per allattarli”.
L’eccesso di zelo può fare anche danni: “E’ meglio evitare di toccare i cuccioli di mammifero, perché l’odore dell’uomo può spingere i genitori ad abbandonarli”.
Poi ci sono gli animali che arrivano qui perché sono stati attaccati dal gatto di casa o hanno sbattuto contro vetrate e fili della luce o ancora sono stati investiti da un’auto e così via.
Un bell’aiuto oggi arriva da WhatsApp: “Con le foto e i piccoli video che ci mandano le persone adesso è più facile gestire le richieste. Possiamo valutare meglio le situazioni e dare consigli sul da farsi, evitando così comportamenti errati e ricoveri inutili o dannosi”.
Ci si aspetterebbe che centri come questo, considerando il lavoro prezioso che portano avanti, abbiano il sostegno delle istituzioni. La fauna selvatica è patrimonio dello Stato e la sua tutela, stando alla legge 157 del 1992, toccherebbe alle Regioni. Ma le Regioni latitano e si affidano alle associazioni. Il problema è che le risorse per mandare avanti i centri arrivano con il contagocce o più spesso non arrivano affatto. E i centri sono allo stremo e rischiano di chiudere. Una situazione drammatica: “Poche risorse significano personale insufficiente, difficoltà a organizzare i volontari e a coprire i turni, limiti nella disponibilità di attrezzature. Il ricorso a continue raccolte fondi e allo spirito di adattamento non bastano più”.
Per il Centro di Vicchio una boccata d’ossigeno è la convenzione stipulata a luglio con l’ASL Toscana Centro, grazie alla quale hanno potuto attivare un contratto per un operatore part-time. Si spera che la rinnovino. La convenzione però non copre tutte le spese. I costi quotidiani per cibo, cure e medicine gravano in primis sui volontari e sulla LIPU. “Possiamo contare sulla generosità dei donatori e di associazioni come l’American International League of Florence (AILO) e abbiamo avuto un lascito testamentario da una signora. Purtroppo non basta. Bisogna che le Regioni si assumano le loro responsabilità, occorrerebbe anzi un intervento dello Stato. Cosa accadrebbe se i centri chiudessero? Chi soddisferebbe le migliaia di richieste che arrivano ogni anno? E i cittadini che trovano animali in difficoltà dove li porterebbero?”
Gli operatori del Centro Recupero Rapaci Lipu Mugello sono reperibili tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 al numero 347 87.81.971. E mail: crrlipumugello@gmail.com
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