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Elba vocata per il cinghiale, Fattori (Sì): “Vero obiettivo allargare zone di caccia”

Tommaso Fattori (foto da sinistratoscana.it)
Tommaso Fattori (foto da sinistratoscana.it)
“La Regione respinge le richieste del Parco nazionale e svela il bluff”. Approvata ieri in Consiglio regionale la revisione delle aree vocate e non vocate.

 

Il Consiglio regionale ha approvato ieri, con il voto contrario dei consiglieri di Sì – Toscana a Sinistra, la Revisione delle aree vocate e non vocate alla specie cinghiale (Sus scrofa) nella Regione Toscana.
A stretto giro dalla durissima presa di posizione di Legambiente, non si fa attendere neanche la reazione di Tommaso Fattori, capogruppo di Sì. Per il quale la famosa revisione nasconde un bluff – in particolare riguardo all’Isola d’Elba – con la regia dell’assessore Remaschi. Lo scopo reale, come sostiene anche Legambiente, non sarebbe quello di proteggere gli agricoltori ma di agevolare i cacciatori.

“Zone della nostra Regione come l’isola d’Elba – dichiara Fattori – ora pullulano di ‘aree vocate’, cioè di aree in cui la specie cinghiale deve essere conservata al fine di poterla cacciare, e non eradicata. Il che è perfettamente in linea con la legge regionale sulla caccia voluta da Remaschi, che a parole afferma di voler aiutare gli agricoltori che subiscono danni, ma in concreto affida ai soli cacciatori il compito di contrastare la sovrappopolazione di cinghiali”.

Va ricordato che i cinghiali che oggi infestano l’Elba non sono quelli maremmani, estinti da tempo immemorabile, ma sono ungheresi o ibridi, introdotti negli anni 60/70 dai cacciatori a scopo ricreativo.

“Nel corso degli anni – prosegue Fattori – questi nuovi ospiti hanno raggiunto un numero insostenibile e causato ingenti danni all’agricoltura, alla viticoltura e alla biodiversità locale. Il Parco nazionale sta portando avanti da tempo una saggia politica non conservativa, con azioni mirate ed efficaci di contenimento. Con la decisione di ieri invece, in tutte le aree esterne al Parco, alcune delle quali ricomprese nelle Zone di protezione e conservazione speciale, i cinghiali saranno liberi di mangiarsi la fauna e la flora per il solo diletto di pochi cacciatori. Il che non è solo un danno per la biodiversità dell’isola ma anche per gli agricoltori”.

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