Attualità Inquinamento

Massa Carrara, trent’anni fa il disastro della Farmoplant

Manifestazione per la chiusura di Farmoplant. (Foto da it.wikipedia.org).
Manifestazione per la chiusura di Farmoplant. (Foto da it.wikipedia.org).
L’azienda produceva fitofarmaci. Il 17 luglio 1988 un incendio sprigionò una nube tossica che si diffuse per 2000 km². Nonostante la bonifica, molti pozzi sono ancora inquinati.

 

MASSA CARRARA –  Farmoplant (ex Montedison-Diag) era il nome di un’azienda sussidiaria di Montedison (oggi Edison) fondata nel 1976 con sede a Milano e specializzata nella produzione di fitofarmaci. Venne messa in liquidazione nel 1988 e chiusa definitivamente nel 1991. Farmoplant era anche il nome dello stabilimento controllato dall’azienda stessa nella città di Massa, dove venivano prodotti vari tipi di fitofarmaci. Le vicende dello stabilimento suscitarono clamore tra l’opinione pubblica per i numerosi incidenti avvenuti nel corso degli anni.

L’incidente più grave avvenne il 17 luglio 1988: due esplosioni, la prima alle 6:10 e la seconda alle 6:15, innescarono un incendio che coinvolse un serbatoio contenente l’insetticida Rogorin, soluzione al 45% con Cicloesanone, nell’impianto di produzione “Rogor”. Da esso si sprigionò una nube tossica che si diffuse nelle aree limitrofe di Marina di Massa, Marina di Carrara e in Versilia per un raggio di 2000 km². Le zone più colpite dall’inquinamento ambientale causato dall’incendio furono Marina di Massa e Marina di Carrara. Per fortuna non ci furono vittime. 
Tra il 1976, anno della sua apertura, e il 1991, anno della chiusura definitiva, all’interno dello stabilimento Farmoplant si verificarono 42 incidenti dei quali 2 risultarono mortali.

La bonifica dell’area, iniziata nel 1991 e ultimata nel 1995, pur risultando certificata dalla Regione Toscana, fu effettuata in proprio dalla società Cersam, subentrata alla Farmoplant. La qualità dell’acqua di falda sarebbe progressivamente migliorata nel corso degli anni al punto che, dal 1999, l’acqua non richiese più alcun trattamento e poté essere direttamente scaricata nell’adiacente torrente Lavello.

Nel 2006, dopo l’istituzione del Sito di Bonifica di Interesse Nazionale, il Ministero dell’Ambiente chiese la “messa in sicurezza di emergenza” dell’area e impose agli attuali titolari di costruire una nuova barriera idraulica per il prelievo delle acque. Ma a tutt’oggi l’area industriale ex Farmoplant risulta ancora inquinata. Lo sono i pozzi della zona perché i rifiuti liquidi, per essere smaltiti, furono pompati per ordine dell’amministrazione comunale di Massa direttamente nella falda, mentre quelli solidi furono interrati in diverse aree interne.