Legambiente ha presentato il Rapporto Ecomafia 2018. Peggiora lo status toscano su cemento illegale, rifiuti, archeomafie e incendi dolosi.
Un boom di sequestri, arresti, denunce e infrazioni accertate. Nonostante nella lotta contro le ecomafie si stia percorrendo la strada giusta con la legge sugli ecoreati, ci sono ancora molte criticità da affrontare e sanare. I numeri e le storie del Rapporto Ecomafia 2018 sono stati presentati da Legambiente a Firenze il 13 luglio.
Nel merito, la Toscana mantiene la posizione più alta in classifica tra le regioni del centro-nord e resta stabile al 6° posto nella classifica nazionale, subito dopo quelle a tradizionale presenza mafiosa: Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Lazio. A parlare ancora una volta sono i numeri: 2.138 infrazioni accertate (7,1% sul totale dei reati a livello nazionale). Quest’anno si registra un peggioramento nel settore del cemento illegale (sale dal 7° al 6° posto) e in quello dei rifiuti dove, sempre in negativo, sale dal 6° al 4° posto nella classifica italiana. Peggiora lo status toscano anche su archeomafie e incendi dolosi.
Sono questi i primi dati che emergono da “Ecomafia 2018, le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, Edizioni Ambiente, messo a punto grazie al capillare lavoro svolto in tutta la Regione da Arpat e Forze dell’Ordine (in particolare Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza). Il volume raccoglie i numeri delle illegalità ambientali, quattro nuovi approfondimenti (dedicati allo sfruttamento degli animali da reddito, al mercato degli shopper illegali, all’allarme dell’illegalità nei parchi e alle navi dei veleni) e una serie di best practices; ma soprattutto fa il punto sui risultati che si stanno ottenendo in maniera sempre più sistematica grazie alla legge sugli ecoreati. Il combinato disposto del calo di illeciti e dell’aumento di arresti e denunce è merito dei più efficaci strumenti investigativi grazie al rinnovato impianto legislativo che nel 2015 ha inserito nel codice penale i delitti ambientali (Legge 68/2015).
E ancora a proposito della Toscana, sale il numero di denunce (da 1.484 a 2.222) arresti (da 0 a 14) e sequestri (da 292 a 412). Legambiente ha raccolto ed elaborato i dati sull’applicazione della legge 68/2015 al 31 dicembre 2016 da parte delle Forze di polizia e delle Capitanerie di porto. Nel 2016, grazie alla legge 68, le forze di polizia hanno contestato ben 574 ecoreati, più di uno e mezzo al giorno, denunciando 971 persone fisiche e 43 giuridiche (aziende), emettendo 18 ordinanze di custodia cautelare e sequestrando 133 beni per un valore che sfora i 15 milioni di euro.
«Quello che emerge è un quadro di aggravamento della situazione, che non può spiegarsi con la sola motivazione di una robusta azione di contrasto messa in opera da magistrati e forze di polizia – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – Ci sono dati convergenti in tutte le aree di interesse della criminalità ambientale. Si tratta di un trend in crescita che tocca i rifiuti come il ciclo del cemento, per non parlare degli incendi, per i quali per il 2017 può a buon diritto esser coniato l’epiteto di annus horribilis»
Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia, regione per regione, le notizie di attualità e numerosi approfondimenti sono disponibili sul portale www.noecomafia.it.
Fonte: Legambiente Toscana
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