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Alghe aliene nel Mediterraneo: svelato il segreto della loro diffusione

Caulerpa Cylindracea (foto di Stefano Guerrieri)
Caulerpa Cylindracea (foto di Stefano Guerrieri)
Ricerca dell’Università di Pisa condotta sui fondali dell’isola di Capraia. E’ la prima volta che l’insediamento di specie invasive viene osservato in ambiente marino.

 

PISA – Una ricerca dell’Università di Pisa ha rivelato per la prima volta il meccanismo che favorisce la diffusione di una delle specie aliene più presenti nel Mediterraneo, Caulerpa cylindracea. Il segreto sta infatti nella capacità di questa macroalga verde, tipica delle zone tropicali, di modificare i fondali che colonizza in modo da garantirsi un vantaggio competitivo rispetto alle specie native.
La scoperta arriva da uno studio pubblicato sul Journal of Ecology, la rivista della British Ecological Society, condotto dai ricercatori del dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano in collaborazione con i colleghi australiani della University of New South Wales e del Sydney Institute of Marine Science, insieme agli Italiani delle Università di Cagliari e Politecnica delle Marche e della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.

“La diffusione di alghe invasive rappresenta una minaccia per la biodiversità marina – spiega il professor Fabio Bulleri dell’Università di Pisa – e se sulla terraferma le interazioni tra suolo e piante e l’insediamento di specie non native sono ben documentate, questa è la prima volta che il fenomeno viene osservato in un ambiente marino”.

La sperimentazione è stata condotta a Capraia, un’isola del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano caratterizzata da condizioni ambientali incontaminate. Qui, sui fondali sabbiosi, i ricercatori hanno potuto osservare la “lotta” fra la specie aliena Caulerpa e la pianta nativa Posidonia (Posidonia oceanica), presente in rigogliose praterie che possono estendersi fino a profondità di oltre 30 metri.

Dallo studio è emerso che le due specie influenzano i fondali in modo diverso: nel caso della Caulerpa i sedimenti sono caratterizzati da comunità microbiche e processi metabolici che riflettono condizioni anaerobiche, mentre nel caso della Posidonia riflettono condizioni aerobiche. I ricercatori hanno anche dimostrato che la capacità di insediamento della Caulerpa è più elevata nelle aree che ha precedentemente colonizzato. La macroalga sarebbe infatti capace di modificare le caratteristiche dei sedimenti, in modo da rendere i fondali più favorevoli alla propria diffusione e impedendo contemporaneamente l’avanzata delle specie native.

“I risultati dello studio– conclude Fabio Bulleri – accrescono la nostra comprensione dei meccanismi che regolano l’insediamento di specie aliene in ambiente marino e contribuiscono ad aumentare la nostra capacità di far fronte al problema delle invasioni biologiche e, quindi, di conservazione della biodiversità marina”.

Fonte: Università di Pisa

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