La Toscana presenterà a fine giugno un emendamento a direttiva Ue. Bonafé: “L’attuale normativa trasforma un comportamento virtuoso in una penalizzazione”.
Procede a gonfie vele il progetto “Arcipelago pulito”. Sono già stati pescati in mare 640 chilogrammi di rifiuti, di cui circa il 25% potrà essere recuperato.
Il piano è nato da un’idea di Regione Toscana, Unicoop e Legambiente. In via di sperimentazione da aprile, ha come obiettivo quello di rendere il mare toscano più pulito: i pescatori che vi hanno aderito stanno riportando in porto e avviando verso il corretto smaltimento i rifiuti che rimangono impigliati nelle reti durante la quotidiana attività di pesca.
Ed è proprio per aiutare i mari a liberarsi dalla plastica che il 26 giugno il progetto “Arcipelago pulito” verrà presentato al Parlamento Europeo. “Vogliamo metter fine a un’assurdità – spiega l’europarlamentare del Pd Simona Bonafè – quella per cui i pescatori che raccolgono i rifiuti finiti nelle reti ne diventano produttori, assumendosene gli oneri economici, ma soprattutto giuridici. L’attuale normativa trasforma un comportamento virtuoso in una penalizzazione e in un costo. Chiederemo con forza che venga modificata sia a livello nazionale che europeo”
I primi risultati della sperimentazione dicono che il progetto funziona, ma perché sia davvero efficace è necessario che da buona pratica diventi la norma. Per questo bisogna colmare tutti i vuoti normativi e, anziché punire, incoraggiare i pescatori che riportano a terra i rifiuti plastici lasciati da altri. Anche i pescatori possono essere figure fondamentali per avere un mare più pulito.
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