L’abbassamento del suolo causato dal prelievo di fluido geotermico è progressivo e irreversibile. Nella zona di Larderello tra il 1923 e il 1986 lo sprofondamento medio è stato di 120 cm.
A cura del Comitato Difensori della Toscana – Casole d’Elsa
Che cos’è la subsidenza? E’ un fenomeno di abbassamento del suolo che può avere cause naturali, legate a processi geologici, e cause artificiali o antropiche legate alle azioni dell´uomo. Una di queste è il prelievo di fluidi dal sottosuolo.
Proviamo a immaginare i serbatoi geotermici come delle grandissime spugne immerse nel sottosuolo formate da rocce porose, fratturate in più punti, dove il fluido geotermico a temperature e pressioni elevate riesce a scorrere e diffondersi lentamente e liberamente (ricordiamo che il fluido geotermico è composto da acqua per circa il 95%, per il restante 5% da gas, acidi, sali e altre sostanze più o meno velenose). Dopo anni di sfruttamento in cui il fluido viene sottratto dai pozzi geotermici, senza un’adeguata reiniezione che compensi quanto sottratto, sotto la compressione dei pesanti strati geologici soprastanti le spugne, indebolite dallo svuotamento, inesorabilmente collassano e si schiantano.
Il processo avviene lentamente nel tempo, centimetro dopo centimetro, con microterremoti che si ripetono a breve distanza di tempo, altrimenti con terremoti più potenti ogni tot di anni. Questo processo di sprofondamento è irreversibile. La spugna di roccia non ha proprietà elastiche e una volta schiacciata rimane in questa condizione per sempre. Anche se finisce lo sfruttamento il volume perso non potrà più tornare. Le generazioni future potranno sicuramente ingegnarsi nello sviluppare nuove tecnologie per sfruttare l’energia geotermica in modo rispettoso per l’ambiente, ma la terra che troveranno sarà già stata profondamente modificata da chi purtroppo oggi l’ambiente non lo rispetta, così come troveranno ormai impoveriti i serbatoi di energia presenti nel sottosuolo.
Nell’area circostante le centrali di Larderello, in un raggio di 5 km, tra il 1923 e il 1986 lo sprofondamento medio è stato di 120 cm, come dire 2 cm all’anno. In quell’area sono presenti centinaia di case abitate. Inutile ricordare che dove c’è subsidenza ci sono dissesti e frane. Nell’area vicina alle centrali di Sasso Pisano la velocità di sprofondamento ha raggiunto i 3,5 cm all’anno. Intorno alle centrali di Radicondoli, nelle vicinanze di Montalcinello, tra il 1973 e il 1991 lo sprofondamento è arrivato fino a 40 cm (Arpat). Prendendo questi ultimi dati abbiamo provato a calcolare il volume scomparso sotto agli impianti di Radicondoli: in soli 18 anni il serbatoio sotterraneo si è ridotto di oltre un milione di metri cubi.
Parliamo ora della reiniezione dei fluidi. Viene riferito da Arpat che la reiniezione mitiga i fenomeni di subsidenza. Arpat si è però dimenticata di dire che quando la reiniezione non viene fatta nello stesso serbatoio di provenienza non mitiga un bel niente. Gli acquedotti aziendali che Enel ha cominciato a costruire negli anni ‘90 per convogliare le acque di condensa verso i pozzi di reiniezione purtroppo non si fermano negli immediati dintorni delle singole centrali ma viaggiano per decine di chilometri. Accade così che i fluidi in uscita dalle centrali di Radicondoli, invece di essere reiniettati sul posto, vengono dirottati verso Larderello per essere reiniettati in altri serbatoi lontani da Radicondoli.
C’è un’altra questione sulla reiniezione e riguarda anche i progetti relativi alle centrali binarie. Anche se fosse effettuata la reiniezione totale la subsidenza ci sarebbe lo stesso perché i fluidi non possono essere reiniettati troppo vicino al punto di estrazione e perché il volume dei fluidi raffreddati in uscita dall’impianto è inferiore rispetto al volume dei fluidi entranti. Per quanto riguarda le centrali Enel è ancora peggio, forse nemmeno il 35% del quantitativo totale di fluido estratto viene recuperato per essere reiniettato. Per la maggior parte i fluidi vengono dispersi in atmosfera attraverso le torri evaporative. Sull’argomento spreco di acqua e soldi pubblici torneremo prossimamente e parleremo di cosa succede in Val di Cornia.
Come viene affrontato il problema della subsidenza a livello europeo? L’Europa affronta la questione in modo molto serio. L’ESA, l’Ente Spaziale Europeo, ha avviato fin dal 1991 un progetto di monitoraggio dei vari parametri della superficie terrestre lanciando nello spazio i satelliti ERS a cui sono seguiti i satelliti Envisat e i Sentinel. Questi satelliti riescono a misurare la subsidenza anche se è solo di un millimetro.
E invece cosa fa la Regione? Mentre con una mano stanzia 650.000 euro per monitorare dissesti, frane e subsidenza, con l’altra mano firma un’autorizzazione che in pratica consente ad Enel di poter reiniettare i fluidi dove e come gli pare disinteressandosi completamente della subsidenza (decreto n° 5756 del 2015).
(Fine della prima parte)
Fonti: Arpat, Enel, Regione Toscana, ESA
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