Grazie al lavoro di Paolo Socci, che ha reimpiantato anche i vitigni tradizionali, i terrazzamenti di Lamole hanno meritato l’iscrizione nel Registro dei Paesaggi rurali del Ministero.
FIRENZE – La Regione Toscana ha consegnato la medaglia d’oro con il Pegaso a Paolo Socci, imprenditore agricolo di Lamole in Chianti, che ha portato avanti negli anni un’operazione da egli stesso definita ‘archeologica’, recuperando e restaurando gli antichi terrazzamenti – che caratterizzavano la campagna toscana prima dell’omologazione delle tecniche agricole negli anni ’70 – e vi ha reimpiantato i vitigni tradizionali.
Il lavoro di Socci ha portato all’iscrizione dei terrazzamenti di Lamole nel Registro dei Paesaggi rurali istituito dal Ministero all’Agricoltura, insieme al ‘paesaggio policolturale’ di Trequanda e al ‘Parco del paesaggio appenninico di Moscheta’.
La consegna della medaglia è avvenuta ieri 28 maggio in occasione del workshop ‘L’esperienza dell’osservatorio nazionale del paesaggio rurale’, svoltosi nell’auditorium di Santa Apollonia a Firenze. “Le attività agricole e quelle connesse all’agricoltura, come la zootecnia o la gestione delle foreste – ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi – sono elementi fondamentali nel continuo modellamento del paesaggio, soprattutto ora che la Convenzione Europea del paesaggio ha posto fine alla tradizionale contrapposizione tra tutela del paesaggio e sviluppo. In Toscana il 92% del territorio è collinare o montano. Dobbiamo lavorare per rendere questa realtà sempre più efficiente e migliorare la qualità della vita nelle aree rurali, anche perché altrimenti pagheremmo a caro prezzo un eventuale abbandono nelle aree agricole”.
A concludere i lavori della mattinata è stato invece l’assessore all’urbanistica Ceccarelli, che ha sottolineato che la Toscana si è dotata di due strumenti urbanistici in difesa del paesaggio, la legge regionale 65/2014 e il PIT con valenza di Piano paesaggistico. Ha ricordato come la lotta al consumo di suolo e alla rendita non sia un modo per contrastare lo sviluppo, ma al contrario sia la difesa di un bene strettamente legato all’immagine della Toscana nel mondo e dunque anche allo sviluppo commerciale, turistico, manifatturiero.
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