E’ importante per l’ecosistema ma non tutti lo sanno. Cecilia Mancusi di Arpat: “La banquette che si forma a riva ha un ruolo prezioso, bisogna imparare a conviverci con naturalezza”.
Quando la si incontra in grandi quantità sulle spiagge si prova un senso di fastidio e infatti, molto spesso, viene trattata come un rifiuto. E invece la Posidonia oceanica ha una funzione importante nell’ecosistema marino: è un indicatore di qualità delle acque costiere, svolge un’azione utile contro l’erosione, ossigena le acque e rappresenta un rifugio per molte specie marine. E allora è il caso di conoscerla meglio.
“Si tratta di una pianta marina endemica del mar Mediterraneo – spiega Cecilia Mancusi del settore Mare di ARPAT – Come per le piante terrestri, in autunno – inverno cadono grandi quantità di foglie che a causa delle mareggiate, insieme ad altre parti della pianta, si accumulano sulla spiaggia mischiandosi con la sabbia formando strutture elastiche, anche di grandi dimensioni, che prendono il nome di “banquettes“, spesso non gradite ai bagnanti e ai gestori dei lidi”.
Per promuovere una corretta informazione, la scorsa estate ARPAT ha pubblicato un opuscolo destinato ai cittadini: “Informazioni utili per la permanenza in spiaggia“. Tra gli argomenti trattati anche lo spiaggiamento della Posidonia, vista come risorsa e non come problema.
Anche l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione ambientale) si è attivato per diffondere un approccio eco-sostenibile verso la Posidonia organizzando un corso di formazione on line e iniziative di educazione ambientale rivolte ai bambini dai 3 ai 10 anni. I bambini inizialmente hanno mostrato un certo disagio al contatto con i residui di questa biomassa vegetale ma, alla fine del percorso educativo, hanno maneggiato il materiale con estrema naturalezza.
L’Istituto si sta anche facendo promotore di una campagna informativa verso i Comuni costieri, affinché installino sulle spiagge dei cartelli che facciano conoscere ai bagnanti il valore ecologico di questa pianta, promuovendo così la spiaggia ecologica, che significa anche convivere con le banquettes e apprezzarne l’importanza.
Purtroppo in molti paesi dell’Unione Europea, e non solo in Italia, le foglie che si staccano dalla pianta, accumulandosi lungo la battigia e finendo sulla spiaggia, sono spesso considerate rifiuti.
Il Settore Mare di ARPAT, di recente, ha fornito il suo supporto al Comune di Pisa che si è trovato ad affrontare uno spiaggiamento eccezionale di Posidonia sull’arenile di Calambrone. In questo caso si è scelto di spostare la massa vegetale (principalmente foglie) in una zona più marginale della spiaggia in modo da costituire delle nuove dune da ricoprire di sabbia in funzione anti-erosione. Negli ultimi anni si è aperta anche la possibilità di utilizzare questa biomassa in impianti di compostaggio. Il Decreto Legislativo 29 aprile 2010 n. 75 “Riordino e revisione della disciplina in materia di fertilizzanti prevede che per la produzione di compost possano essere utilizzate anche “alghe e piante marine, come la Posidonia piaggiata”.
Ma i Comuni scelgono per lo più di rimuovere le banquettes di Posidonia destinandole alla discarica o agli inceneritori. Uno spreco di soldi pubblici e un danno per l’ambiente. “Per fortuna – spiega Cecilia Mancusi – in Italia, in particolare in Sardegna, in Spagna, a Malta ma soprattutto in Francia comincia ad affermarsi una nuova sensibilità verso la spiaggia ecologica, che fa preferire il mantenimento delle banquettes di Posidonia sul posto, riconoscendone appieno il ruolo prezioso”.
Aggiungi un commento